Venerdì, 10 Marzo 2017 14:58

La truffa si aggira nel web In evidenza

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È l'ultima trovata per "spillare" agli utenti il credito telefonico, con addebiti in bolletta che, in alcuni casi, sono arrivati a diverse centinaia di euro. Sono i cosiddetti "servizi in abbonamento", che si attivano senza che l'utente li abbia richiesti. Nella maggior parte dei casi, infatti, è bastato "navigare" su normalissimi siti per ritrovarsi abbonati. Ospitiamo la testimonianza della scrittrice Eliselle.

Di Manuela Fiorini & Eliselle

La maggior parte degli utenti se ne accorge perché riceve un sms che lo avvisa che il suo abbonamento è stato attivato al costo di 5 euro a settimana. Il tempo (perso) di telefonare al gestore, capire come disattivare il servizio e...voilà! I 5 euro hanno preso il volo. I meno fortunati, invece, non ricevono nemmeno l'sms di avviso e si ritrovano ogni settimana con 5 euro (a volte anche 7) di meno sul cellulare. I più sfortunati ancora, che ricevono periodicamente la bolletta telefonica, invece, possono scoprirsi "alleggeriti" anche di diverse centinaia di euro.
Quella dei servizi in abbonamento indesiderati è la nuova frontiera della truffa, legalizzata (finora), dal momento che non esiste ancora una legislazione a riguardo, che coinvolge gli abbonati delle principali compagnie telefoniche (TIM, Vodafone, Wind e Tre). Sono proprio queste che, a fronte di un guadagno, stipulano accordi commerciali con società terze che offrono servizi a pagamento che spaziano dai giochi alle suonerie, dalle previsioni meteo a video e foto erotiche. Fin qui non ci sarebbe nulla di male. Basterebbe scrivere ben chiaro che l'utente sta acquistando un servizio a pagamento, chiedere conferma, magari facendogli inserire il proprio numero, per verificare che non abbia cliccato accidentalmente il link e non desideri effettivamente quel servizio...invece no. E qui scatta il comportamento fraudolento. Perché molti "nuovi abbonati" (loro malgrado) stavano semplicemente navigando su internet con il proprio cellulare. C'è chi è finito per caso su un banner, chi non ha cliccato proprio nulla, e chi si è visto reindirizzare su una schermata dalla quale è subito uscito...Tutti, però hanno avuto la medesima sorte, quella di ritrovarsi abbonato a un servizio non richiesto. La pratica, che nel linguaggio informatico si chiama malvertising, consente addirittura di simulare il click dell'utente per "giustificare" la richiesta di abbonamento al servizio. E tutto senza che le compagnie telefoniche muovano un dito per tutelare i loro clienti.

Tra gli abbonati "a loro insaputa", c'è anche la scrittrice Eliselle, che ci ha mandato la sua testimonianza, che riportiamo di seguito.
Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. In Italia, invece, ogni mattina, quando un consumatore si sveglia, la prima cosa a cui deve pensare è a come sfuggire alla nuova truffa che è stata inventata e messa in atto alle sue spalle senza che lui ne avesse minimamente sentore.
Nello specifico, questa mattina, mi alzo al solito orario, e come mio solito do un'occhiata al cellulare, trovando ad attendermi un bel messaggio nella cartella dei messaggi ricevuti che recita così: Da MobilePay, GOcontent: abbonamento attivato. Costo 5 euro a settimana.

servizio non richiesto-TIM 2

Ora di ricezione, le 2.11 del mattino.
La consapevolezza di trovarmi davanti a un servizio attivato di mia volontà o anche solo per errore non mi è nemmeno passata per l'anticamera del cervello: a quell'ora non stavo navigando, non stavo maneggiando il cellulare né ricevendo o facendo chiamate, ma me la stavo dormendo della grossa dopo una serata passata piacevolmente fuori con delle amiche a festeggiare i nostri compleanni. E come capita sempre ormai in automatico in queste situazioni, tipo quando ricevo chiamate da numeri che non risultano sul mio radar e si scoprono essere call center fraudolenti, vado su Google e scrivo l'unica parola che mi sembrava sensato dover cercare per scoprire quale grana mi era arrivata da risolvere questa volta: GOcontent. Come immaginavo, si apre un mondo di risultati che recitano più o meno tutti così:

GoContent è un servizio offerto da BBENGO s.r.l con sede legale in Via Isole Samoa 15, Roma ed è disponibile per compagnie di telefonia mobile, TIM, Vodafone, Wind e H3G riservato ad un pubblico maggiorenne. Il servizio è un m-site per video che offre la possibilità di scaricare contenuti multimediali ottimizzati per dispositivi mobili, a scopo di intrattenimento.

Il problema è che, come andremo a leggere in alcune delle esperienze dirette raccolte nei commenti nessuno (o quasi) chiede spontaneamente l'attivazione dei servizi sopracitati e, soprattutto, al momento dell'attivazione il tutto non viene minimamente notificato da parte dei servizi (ad esempio tramite un SMS di avvenuta sottoscrizione).

"Oggi 02/02/2017 ho ricevuto sul cellulare il messaggio "GOcontent abbonamento attivato.Costo 5E a settimana" mai richiesto. Chiedo come è possibile disattivare tale abbonamento ed avere relativo rimborso e come fare se ricapita", chiede un utente.

"30.01.2017. GOcontent (Chiamata fraudolenta) daniela - sono dei ladri truffatori. Mi sono trovata un msg in cui venivo informata di avere attivato un servizio -cosa non vera- a 5 euro a settimana. Ho provato a chiamare il nr 02 899 83 618 per ben 2 volte e dopo essere stata al telefono per oltre 5 minuti ho inviato una mail a selfcare.mobilepay.it Attendo notizie non ancora pervenute". Testimonia un'altra.

"Il numero di telefono 02 899 83 618 ha una valutazione negativa. Abbiamo 16 valutazioni e recensioni per questo numero. 14 degli utenti lo hanno marcato con negativa valutazione, un utente con neutra valutazione e un utente con positiva valutazione. Questo numero di telefono è segnato come 8x Call center, 3x Chiamata fraudolenta, 2x Chiamata non richiesta, 1x Servizi finanziari, 1x Servizio, 1x Operatore di telemarketing", si legge su Tellows, uno dei principali siti di recensione e denuncia dei numeri truffa o indesiderati.

Nella ricerca, finisco su diversi siti web di tutela di consumatori che spiegano esattamente come devo fare per procedere a chiedere cancellazione e rimborso, così, alle 8 del mattino, quando dovrei riprendermi con calma dal sonno, fare colazione e cominciare bene la mia giornata, mi ritrovo a chiamare il numero indicato sull'sms di attivazione (che io, come tutti gli altri prima di me, non avevo mai richiesto). Mi risponde la vocetta preregistrata che mi dice che gli operatori non arrivano prima delle 9 del mattino, e che mi invita a richiamare "nell'orario di lavoro".
Faccio colazione, mi preparo, vado al lavoro.

Alle 9 in punto rifaccio la chiamata, mi mettono in attesa, e dopo un po' mi risponde una fanciulla a cui impongo di rimuovere immediatamente il servizio dal mio abbonamento telefonico, e a cui chiedo le modalità di rimborso per un servizio mai richiesto. Risposta: "Non esistono modalità di rimborso." Col cavolo che vi lascio i miei soldi, penso io. Butto giù il telefono, torno a cercare in rete. Il metodo più veloce consigliato pare venire da un sito di tutela che si occuperebbe tramite un form di aprire una pratica di rimborso, ma dato che chiede troppi dati sensibili non me la sento e cerco un metodo alternativo: chiamare il mio operatore telefonico (in questo caso TIM), parlare con un operatore e richiedere in direttissima il rimborso dei 5 euro. Ma è evidente che parlare con il call center della TIM è diventato impossibile, ci sono addirittura siti che ti consigliano numeri e formule magiche per guidarti nei meandri delle risposte preregistrate e preconfezionate e tentare di arrivare a un umano (o quantomeno un umanoide) che ti risponda con una voce reale, a cui puoi spiegare che cosa è successo, a cui chiedere come risolvere il problema senza chiamare lo spirito di Salvatore Aranzulla a proteggerti. Niente. Anche così, risulta tutto inutile.

Così leggi che sulla pagina facebook ufficiale della TIM ci sono operatori che ti rispondono ai messaggi privati e ti risolvono il problema: basta mettere nome, cognome, codice fiscale, numero e reclamo e nel giro di un'oretta o poco più qualcuno in teoria dovrebbe dirti cosa è accaduto e appianare la questione. Tentar non nuoce, dicono. Così, tento. In effetti, scrivo un messaggio alle 9.55 allegando anche la schermata del cellulare che attesta l'arrivo dell'sms, chiedendo rimborso e blocco di questi servizi sul mio numero di cellulare, e ricevo una gentile risposta alle 12.27 che conferma le mie richieste.

Ora. Il problema è che ho perso una mattinata per cancellare un servizio che non avevo richiesto e recuperare soldi che non ho mai avuto intenzione di spendere, sottratti in modo subdolo, con un metodo che sul web viene definito senza mezzi termini truffa da chiunque ne parla. Chi mi rimborsa le 4 ore di tempo e le telefonate che ho fatto? Perché a questo punto diventa una questione di principio. E non c'è modo di tutelarsi davvero da queste società, che col beneplacito delle aziende telefoniche attivano abbonamenti a destra e a manca senza chiedere il permesso: sono stata fortunata perché me ne sono accorta subito, ma facendo ricerche in rete ho trovato testimonianze di gente a cui sono state scucite migliaia di euro perché non si sono resi conto per mesi dell'addebito in bolletta, con conseguente accumulo della spesa mai richiesta.

Insomma, mentre in Africa la gazzella è ben consapevole che tutte le mattine dovrà correre più veloce del leone o verrà uccisa, in Italia i consumatori non possono mai sapere che cosa li aspetta, perché i truffatori sono sempre un passo avanti a loro".

Per cercare di "salvare il salvabile" il consiglio è quello di non chiamare i numeri di telefono contenuti nel messaggio di conferma di attivazione dell'abbonamento, poiché potrebbero essere anch'essi a sovraprezzo. Si deve invece contattare immediatamente il proprio gestore telefonico (119 per TIM, 190 per Vodafone, 155 per Wind, 133 per Tre) e richiedere: la disattivazione del servizio indesiderato, il rimborso dell'importo, il blocco permanente di tutti di servizi digitali a pagamento.

Molte compagnie sono restie a concedere il rimborso, soprattutto se è passato parecchio tempo dall'avvenuto pagamento (eh, sì, il povero utente si è accorto tardi della truffa ai suoi danni). È bene non mollare la presa e insistere. Nel caso il rimborso non venga concesso ci si può rivolgere al CO.RE.COM della propria regione, o altra associazione di consumatori, per avviare un tentativo di riconciliazione ai sensi del regolamento 173/07/CONS, relativo alla risoluzione delle controversie tra utenti e operatori di comunicazione telefoniche.