Giovedì, 15 Dicembre 2016 11:16

In Emilia-Romagna il Reddito di solidarietà è legge: un sostegno concreto per famiglie in gravi difficoltà economiche In evidenza

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In Emilia-Romagna il Reddito di solidarietà è legge: un sostegno concreto per famiglie in gravi difficoltà economiche il presidente Bonaccini durante il suo intervento in Aula. A sinistra, la vicepresidente Gualmini

In Emilia-Romagna il Reddito di solidarietà è legge: un sostegno concreto per persone e famiglie in gravi difficoltà economiche. Via libera dell'Assemblea legislativa alla legge per il contrasto alla povertà. Potrà essere richiesto da nuclei famigliari, anche unipersonali, con ISEE pari o inferiore a 3.000 euro.

Bologna, 15 dicembre 2016

Un aiuto concreto a chi sta peggio per superare le difficoltà economiche personali e del proprio nucleo familiare è quanto stabilito ieri dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna, che prevede fino a un massimo di 400 euro al mese per un anno. Il Reddito di solidarietà (Res), introdotto nella nostra regione dopo l'approvazione di ieri della legge regionale "Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito", proposta dalla maggioranza, Sel e Pd (primi firmatari i rispettivi capigruppo: Igor Taruffi e Stefano Caliandro), e passata con i sì di Pd e Sel, l'astensione del M5s, il voto contrario di Ln e Fi (Fdi e AltraEr assenti).

Uno strumento che potrebbe interessare 80 mila persone, corrispondenti a circa 35 mila nuclei familiari residenti in Emilia-Romagna in condizione di grave povertà. Famiglie composte soprattutto da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito e che nel complesso rappresentano quasi il 2% dei nuclei residenti in regione (dati: Università di Modena e Reggio Emilia, ottobre 2016).
Al Reddito di solidarietà sono stati destinati 35 milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale che si aggiungo ai 37 milioni che lo Stato ha erogato all'Emilia-Romagna per il Sostegno all'inclusione attiva (Sia), misura attiva di contrasto alla povertà che la legge di Stabilità 2016 ha esteso a tutto il territorio nazionale e che il Res affiancherà e integrerà. Il Reddito di solidarietà regionale amplia però la platea dei potenziali fruitori: nel Sia, infatti, si richiede la presenza all'interno del nucleo familiare di un minore, o di un figlio disabile, o di una donna in stato di gravidanza, condizioni non richieste dal Res, destinato a qualsiasi tipo di nucleo familiare, anche composto da una sola persona, per rispetto del principio universalistico.

Modalità di erogazione del Res, entro 60 giorni il regolamento attuativo

Possono accedere al Reddito di solidarietà i nuclei familiari, anche unipersonali, di cui almeno un componente sia residente in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi, con Isee corrente inferiore o uguale a 3mila euro. Nel caso componenti il nucleo familiare percepiscano altri trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale (pensione, accompagnamento, ecc.), il valore complessivo per il nucleo familiare dei medesimi trattamenti nel mese antecedente la richiesta deve essere inferiore a 600 euro mensili. L'accesso al Reddito di solidarietà è incompatibile con la fruizione da parte di ciascun membro del nucleo familiare della Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego) o dell'assegno di disoccupazione (Asdi), o di altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria.
L'ammontare massimo mensile è pari a 400 euro per nucleo familiare. L'intervento sarà concesso per non più di 12 mesi, superati i quali il sostegno potrà essere richiesto solo trascorsi almeno altri 6 mesi.

La domanda per ottenere il Res deve essere presentata da uno dei componenti il nucleo familiare al Comune territorialmente competente, tramite apposito modello corredato dà tutte le dichiarazioni individuate nel regolamento attuativo. Il Res sarà erogato dai Servizi sociali dei Comuni nell'ambito di un percorso concordato, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del un nucleo familiare. All'interno delle misure del progetto di attivazione sociale assumono rilievo: incontri con il servizio sociale; frequenza scolastica; progetti di ricerca attiva del lavoro e di accettazione di offerte di lavoro; iniziative di prevenzione e cura della salute; sostegno dei minori; cura del proprio alloggio. Nel caso di mancata sottoscrizione del patto, di mancato rispetto degli obblighi previsti dal progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, o comunque di comportamenti, da parte dei componenti il nucleo familiare, incompatibili con il progetto, si incorre in decadenza dal beneficio. Per rendere efficace il nuovo sistema, sono previsti il monitoraggio e un'attenta valutazione degli effetti, in modo da introdurre eventuali correttivi e indirizzare sempre le risorse a disposizione a chi ne ha veramente bisogno.

Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale emanerà un regolamento attuativo della norma.