Dal 1° gennaio 2016 hanno cessato di essere di competenza della Provincia, anche le funzioni in materia di Attività produttive, commercio, Sanità e politiche sociali. Lo ha stabilito la Legge regionale 13/2015. Nuovi riferimenti per le pratiche.

Parma, 3 febbraio 2016

In base alla Legge regionale 13/2015 "Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni" dal 1° gennaio 2016 hanno cessato di essere di competenza della Provincia, anche le funzioni in materia di Attività produttive, commercio, Sanità e politiche sociali.
Successivamente, a seguito delle convenzioni che la Regione stipulerà con le Province, parte delle funzioni relative alle Attività produttive, commercio e turismo verranno delegate alle Province con distacco del personale necessario al loro svolgimento.
In particolare si tratta delle funzioni relative al coordinamento della gestione degli sportelli unici comunali per le attività produttive (SUAP),delle scelte di pianificazione inerenti le grandi strutture di vendita di rilievo sovracomunale , della definizione e gestione dei programmi turistici di promozione locale (PTPL).
I procedimenti avviati dalla Provincia nell'ambito dei finanziamenti alle imprese affidati alle Province dalla Regione verranno comunque conclusi dalla Provincia.

Di seguito i nuovi riferimenti per le pratiche, in attesa della stipula delle convenzioni per i provvedimenti di delega.

ATTIVITÀ PRODUTTIVE E COMMERCIO
I procedimenti relativi a tali materie sono ora di competenza della Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Attività Produttive, Commercio, Turismo.
telefono: 051 5276419
fax: 051 5276511
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
email certificata: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Altre informazioni su ER-Imprese imprese.regione.emilia-romagna 

SANITÀ E POLITICHE SOCIALI
Per i procedimenti relativi a alla gestione dei Registri delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e dell'Albo regionale delle cooperative sociali l'unico referente istruttorio è la Regione Emilia Romagna –
Servizio coordinamento politiche sociali e socio educative, programmazione e sviluppo del sistema dei servizi di Viale Aldo Moro 21- 40127 – Bologna.

Per contatti, informazioni collegarsi ai seguenti link:

Associazioni di Promozione sociale:
sociale.regione.emilia-romagna.it/terzo-settore/temi/associazioni-di-promozione-sociale 

Organizzazioni di Volontariato:
sociale.regione.emilia-romagna.it/terzo-settore/temi/associazioni-di-volontariato 

Cooperative
sociale.regione.emilia-romagna.it/terzo-settore/temi/cooperative-sociali/albo-regionale-delle-cooperative-sociali 

 

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Concluso a Castelnovo Monti il corso di specializzazione per ricerca dispersi, dopo quelli su rischio idraulico (Gualtieri) e motoseghe (Guastalla e Castelnovo): coinvolte oltre 200 persone. Quello conclusosi sabato a Castelnovo Monti rientra tra i diversi corsi di specializzazione che Provincia e Coordinamento del volontariato.

Reggio Emilia, 2 febbraio 2016

Una cinquantina di volontari del Coordinamento provinciale delle organizzazioni di Protezione civile sono state impegnate sabato, all'ombra della Pietra di Bismantova, nella prova conclusiva del corso di specializzazione per unità cinofile e operatori di supporto alla ricerca di persone disperse. Promosso dalla Scuola permanente di formazione di Protezione civile, costituita dalla Provincia di Reggio Emilia e dallo stesso Coordinamento del volontariato, il corso si è svolto durante il mese di gennaio a Casina ed è stato curato da Corrado Bernardi con il coordinamento di Ugo Artioli e Marcello Margini. Durante l'esercitazione conclusiva, che ha visto la collaborazione di Vigili del fuoco e Soccorso Alpino Emilia-Romagna, i volontari hanno effettuato prove specifiche sull'utilizzo del Gps, sulla cartografia e sulla ricerca applicata al ritrovamento di una persona dispersa, nonché manovre di ricerca a pettine e con le unità cinofile. Alla fine, la prova è stata brillantemente superata da tutti i volontari, appartenenti alle associazioni Alpini, Unità Cinofile I Lupi dell'Appennino Reggiano - Casina, Legambiente Reggio Emilia, Bentivoglio-Gualtieri, Croce verde Castelnovo Monti, I Custodi della Montagna di Ligonchio, Team Reggio Fuoristrada, Protezione Civile Albinea, Val D'Enza Radiocomunicazioni, Il Campanone Scandiano e Noc Traversetolo.

Quello conclusosi sabato a Castelnovo Monti rientra tra i diversi corsi di specializzazione che Provincia e Coordinamento del volontariato, attraverso la Scuola permanente di formazione di Protezione civile costituita nel 2008, tengono periodicamente per poter disporre di volontari in grado di affrontare con competenze e capacità ogni diverso tipo di emergenza. "A dicembre si è concluso a Gualtieri, con la prova pratica coordinata da Aipo, il corso specialistico di secondo livello sul rischio idraulico tenuto da Denis Sepali che ha coinvolto volontari delle associazioni Bentivoglio, Città del Tricolore, Croce rossa di Quattro Castella, Gruppo Brescellese, I Ragazzi del Po, Icaro, Il Campanone, Legambiente, Nubilaria, Radioclub Antenna Amica, San Venerio, Sesto Continente, Team Reggio Fuoristrada, Vigilanza Antincendio Boschivo e Val d'Enza Radiocomunicazioni – spiega il presidente provinciale (e regionale) del Coordinamento del volontariato Prociv, Volmer Bonini – A breve seguiranno altri due corsi, a Guastalla e Brescello: l'obiettivo è di arrivare formare circa 120 persone, perché l'esperienza ci insegna che in caso di piene critiche come quella del Po del novembre 2014, occorrono centinaia di turni di volontari specializzati".

A novembre si erano invece tenuti, a Guastalla e Castelnovo Monti (tutor rispettivamente Denis Sepali e Ercole Domenichini), altri due corsi di addestramento per l'utilizzo di motoseghe, rivolto ai volontari impegnati sui rischi idraulico, idrogeologico e da meteo avverso per la pulizia in emergenza di sponde e alvei dei corsi d'acqua, per liberare strade da tronchi spezzati o mettere in sicurezza le alberature inclinate da frane. Ben 130 i volontari che sono stati impegnati, in questo caso appartenenti alle associazioni Alpini, Vigilanza Antincendio Boschivo, Val D'Enza Radiocomunicazioni, Città del Tricolore, Bentivoglio, Gruppo Brescellese, I Ragazzi del Po, Icaro, Legambiente Reggio Emilia, San Venerio, Pubblica assistenza Castelnovo Sotto, Nubilaria, Sesto Continente, Radioclub Antenna Amica, I Lupi dell'Appennino Reggiano, Il Campanone di Scandiano e I Custodi della Montagna. Le prove pratiche, supervisionate dal Corpo forestale dello Stato, si sono svolte con la collaborazione di Emak Spa, che ha messo gentilmente a disposizione personale, motoseghe e dispositivi di protezione individuale.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Parma: nel secondo trimestre dell'anno segnali positivi da produzione e fatturato industriale. Bene soprattutto le esportazioni. Anche il commercio al dettaglio mette a segno una leggera crescita nelle vendite. Timida ripresa dell'artigianato.

Parma, 2 febbraio 2016

INDUSTRIA
Il secondo trimestre del 2015 si è chiuso con una generale ripresa di produzione, vendite e ordini, che ha fermato la fase negativa in atto ininterrottamente dal 2011. La ripresa è stata sostenuta soprattutto dall'export, premiando i settori più orientati all'internazionalizzazione.

Produzione
Aumento lieve, +0,8 per cento, ma in contro tendenza rispetto al trend negativo dello 0,5 per cento dei dodici mesi precedenti. Un risultato però rispetto a quello ampiamente positivo raggiunto dall'industria regionale (+2,3 per cento).
L'andamento settoriale non è stato uniforme, con attività già fuori dalla recessione e altre che continuano a non vedere segnali positivi. Tra queste ultime ci sono le industrie della moda (-3,1 per cento), l'alimentare (-1,2 per cento) e la lavorazione di minerali non metalliferi (-5,0 per cento). Bene invece l'industria meccanica, elettrica e mezzi di trasporto (+2,7 per cento) che esprime variazioni tendenziali positive dalla primavera del 2014. La produzione sale anche nelle industrie del trattamento metalli (+2,3 per cento) e del legno/mobile (+2,1 per cento). Nella crescita sono coinvolte tutte le imprese, dalle piccole alle grandi.

Fatturato
Il fatturato, come la produzione, è cresciuto dello 0,9 per cento, in controtendenza rispetto al 2014 (-0,7 per cento). I risultati migliori sono stati messi a segno dalle imprese meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,1 per cento) e dalle industrie del legno/mobile (+2,2 per cento) e dei metalli (+1,1 per cento). Fatturato in diminuzione, invece, per le industrie della moda (-4,3 per cento) e della lavorazione dei minerali non metalliferi (-7,1 per cento). Sono solo le imprese maggiori, da 50 a 499 dipendenti, ad aver accusato la flessione delle vendite (-0,3 per cento).

Fatturato estero
Bene anche il fatturato estero cresciuto, da aprile a giugno, dell'1,5 per cento, in controtendenza rispetto all'andamento negativo del primo trimestre (-0,7 per cento). Va meglio in Emilia-Romagna dove le esportazioni hanno invece registrato una crescita del 3,0 per cento. A trainare la crescita delle vendite all'estero sono state le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,0 per cento) e l'eterogeno gruppo delle "altre imprese" che include, tra le altre, chimica, carta-stampa-editoria (+3,6 per cento) e in misura minore le industrie alimentari (+0,6 per cento). In tutti gli altri settori le esportazioni sono diminuite, con valori compresi fra -1,9 per cento delle industrie del legno e mobile e -0,3 del trattamento metalli.
Sotto l'aspetto della dimensione sono le imprese medie, da 50 a 499 dipendenti, ad evidenziare un andamento negativo (-0,3 per cento) mentre le esportazioni risultano in crescita per le imprese piccole, da 10 a 49 dipendenti (+2,9 per cento) e minori, fino a 9 dipendenti (+1,1 per cento).

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO
Timidi segnali di ripresa dopo 14 trimestri di cali spesso consistenti in quasi tutti gli indicatori dell'artigianato manifatturiero ad eccezione del fatturato totale. In particolare i risultati verso i mercati esteri sono stati ancora decisamente negativi.

Produzione: tra aprile e giugno 2015 la produzione è cresciuta dello 0,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Fatturato
Per le vendite è stato registrato un aumento dell'1,1 per cento, segnando anche in questo caso un'inversione di tendenza rispetto al trend negativo del 2,5 per cento.
Fatturato estero
Nellele vendite all'estero, che riguardano un ristretto numero di imprese, c'è stato un calo del 4,5 per cento, in contro tendenza rispetto al trend positivo dei dodici mesi precedenti (+0,3 per cento).

COSTRUZIONI
Il secondo trimestre del 2015 è stato caratterizzato da un andamento negativo che ha raffreddato la ripresa rilevata nel primo trimestre. Tra aprile e giugno il volume d'affari è calato del 4,5 per cento, in peggioramento rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-3,3 per cento). L'Emilia-Romagna, al contrario, ha mostrato un andamento positivo (+2,1 per cento).

COMMERCIO AL DETTAGLIO
Dopo la decisa svolta (+4,5 per cento) dello scorso trimestre che interrompeva una recessione che aveva portato a 7 anni di contrazione delle vendite, il secondo trimestre si chiude con un bilancio positivo. Da aprile a giugno le vendite a prezzi correnti hanno sono infatti leggermente cresciute, 0,4 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2014.
Stazionarie le vendite del commercio al dettaglio specializzato in prodotti alimentari, con un piccolo aumento pari al 0,3 per cento. Calano invece del 2,6 per cento le vendite dei prodotti per la casa ed elettrodomesti mentre per l'abbigliamento ed accessori la flessione di ferma al 2,2 per cento. Crescono le vendite degli altri prodotti non alimentari (+2,0 per cento).
Positivo il dato degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, con una variazione tendenziale delle vendite del +3,4 per cento. A crescere sono soprattutto gli esercizi di grande dimensione, oltre 20 dipendenti.

(Fonte: Camera di commercio di Parma)

Marketing e comunicazione nel seminario Imprendocoop in programma domani a Modena. L'incontro fa parte nel progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca.

Modena, 2 febbraio 2016

Si parla di marketing e comunicazione nel seminario Imprendocoop in programma domani – mercoledì 3 febbraio – alle 17 presso FabLab (via Attiraglio 5/A) a Modena. Ricordiamo che Imprendocoop è il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca. Gli ottanta aspiranti cooperatori che partecipano a Imprendocoop hanno presentato 28 idee d'impresa che spaziano dalle nuove tecnologie ai servizi alla persona, dalla promozione turistica del territorio ai prodotti biologici e solidali. Da inizio novembre i partecipanti stanno usufruendo di un percorso formativo di alto livello, assistenza, consulenza e servizi gratuiti. Al termine del percorso formativo avverrà la selezione di tre progetti d'impresa che saranno premiati con 2.500, 1.500 e mille euro. L'erogazione dei premi e servizi è vincolata alla costituzione di un'impresa in forma cooperativa aderente a Confcooperative Modena.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Un gesto di solidarietà importante da parte del Comitato unitario pensionati lavoro autonomo. Il presidente del Coordinamento provinciale di Piacenza del Cupla, Franco Bonini ha consegnato la donazione nelle mani del sindaco Paolo Dosi.

Piacenza, 2 febbraio 2016

E' un regalo speciale, quello ricevuto dagli ospiti, dal personale e dai volontari dell'Hospice territoriale "La casa di Iris", cui il Comitato unitario pensionati lavoro autonomo (Cupla) ha donato un contributo di 1300 euro. Ieri mattina in Municipio, infatti, il presidente del Coordinamento provinciale di Piacenza del Cupla, Franco Bonini ha consegnato la donazione nelle mani del sindaco Paolo Dosi, che ha espresso il sincero ringraziamento anche a nome della Fondazione "Casa di Iris". Anche a seguito di questo importante gesto di solidarietà, il sindaco Paolo Dosi, presidente della Onlus "Insieme per l'Hospice", ha voluto sottolineare come "l'affetto che la città sta dimostrando nei confronti di chi vive una situazione difficile e di grave fragilità, ma ha tanto da condividere con gli altri, sia un segnale di civiltà che conferma la profonda sensibilità e il cuore grande della nostra comunità. Il gesto di generosità di Cupla è, in tal senso, un esempio prezioso".

A questo proposito, il sindaco ha rimarcato con soddisfazione anche "l'entusiasmo con cui tanti piacentini stanno partecipando alle numerose e più recenti iniziative a favore de "La casa di Iris": dal concerto gospel di sabato scorso alla Filo delle New Sisters all'attività di confezionamento dei pacchi regalo di Natale a opera dei volontari dell'Hospice presso il centro commerciale Gotico, dalla realizzazione del primo calendario solidale dedicato alla Casa di Iris all'iniziativa "Cuccioli di cuore" presso i punti vendita di Conad Centro Nord".

All'incontro con il sindaco Dosi, oltre a Franco Bonini, hanno preso parte Giorgio Rossi di Federpensionati Coldiretti, Walter Moschini e Franco Zoni del gruppo pensionati della Cna e Marica Battaglia di 50&Più, associazione nata e cresciuta all'interno di Confcommercio, a rappresentare la quale era presente il direttore Giovanni Struzzola. Cupla rappresenta oltre 5 milioni di pensionati del lavoro autonomo, artigiani, commercianti e agricoltori, con l'obiettivo di tutelare e garantire la realizzazione delle richieste degli associati in termini di welfare e di assistenza socio sanitaria. Ne fanno parte le sei associazioni nazionali dei pensionati di Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio, Cna, Confesercenti e Confagricoltura.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Da quest'anno la cooperativa Ital-frutta di S. Felice sul Panaro intende aumentare la quota di ortive (ceci e fagioli borlotti) per il consumo fresco. Parla la presidente Diana Bortoli, prima donna alla guida di una cooperativa ortofrutticola. 

Modena, 1 febbraio 2016

Specializzata nella raccolta e commercializzazione di pomodoro, pere, cocomeri e meloni, da quest'anno la cooperativa Ital-frutta di S. Felice sul Panaro intende aumentare la quota di ortive (ceci e fagioli borlotti) per il consumo fresco. Lo annuncia la presidente di Ital-frutta Diana Bortoli, eletta da pochi mesi alla guida della cooperativa sanfeliciana, che associa 240 aziende agricole distribuite nella Bassa Modenese. Scelta dai soci per sostituire Francesco Budri, che ha gestito la delicata fase post terremoto, Diana Bortoli ha 55 anni e abita a Medolla, dove conduce insieme al marito un'azienda che produce pere, seminatevi e uva. È la prima donna chiamata a guidare una cooperativa ortofrutticola modenese. Socia di Ital-frutta da una decina d'anni, siede nel consiglio di amministrazione dal settembre 2012. Fa parte anche dei cda di Conserve Italia, Apo-Conerpo e Opera, la cooperativa nata il 29 maggio 2015 e che rappresenta la più importante realtà italiana specializzata nella pera; inoltre il 15 gennaio è stata eletta nel nuovo consiglio provinciale (il "parlamentino interno") di Confcooperative Modena.

DIANA BORTOLI 1rid

«Concentreremo gli sforzi sul miglioramento dell'efficienza interna della cooperativa e rafforzeremo la collaborazione con le altre cooperative, enti e consorzi dell'ortofrutta, perché il nostro settore ha bisogno di aggregare l'offerta dei prodotti – dichiara la presidente di Italf-rutta – L'anno scorso abbiamo lavorato 370 mila quintali di pomodoro destinato all'industria, 115 mila quintali di pere, 40 mila di meloni e cocomeri. Quest'anno vogliamo aumentare la quota di ortive, soprattutto ceci e fagioli borlotti, allo scopo di garantire ulteriore reddito ai nostri 240 soci». Pesantemente colpita dal terremoto del 2012, la cooperativa Ital-frutta ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro per la ricostruzione degli immobili e l'acquisto di nuove attrezzature, impianti e macchinari.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Lunedì, 01 Febbraio 2016 10:15

Parma - Nuovo calendario autovelox

Il Comune di Parma rende noto il Calendario delle postazioni di accertamenti strumentali di velocità e irregolarità alla circolazione della settimana dal 1 al 5 febbraio 2016. Di seguito le zone e le vie interessate ai controlli dalla giornata di oggi. -

Parma, 2 febbraio 2016

Programmazione autovelox

Lunedì 1 San Pancrazio
Martedì 2 Montanara (San. Ruffino)
Mercoledì 3 Via Sidoli
Giovedì 4 Viale Martiri della libertà
Venerdì 5 Via Emilio Lepido

Programmazione accertamenti irregolarità alla circolazione:

Lunedì 1 zona Montanara
Martedì 2 zona San Leonardo
Mercoledì 3 Zona Centro
Giovedì 4 Zona San Prospero
Venerdì 5 zona Molinetto

(Fonte: ufficio stampa Comune di Parma)

Lunedì, 01 Febbraio 2016 09:27

Borse di Studio anno scolastico 2015-2016

Il bando per le borse di studio per l'anno scolastico 2015/2016 è aperto e la domanda si può presentare fino alle ore 13 del 4 marzo 2016 alla Segreteria della Scuola o all'ente di formazione professionale frequentati. Bando e modulo sul sito web della Provincia. -

Parma, 1 febbraio 2016

E' pubblicato sul sito internet della Provincia www.provincia.parma.it  il bando per le borse di studio per l'anno scolastico 2015/2016.

Le borse sono destinate agli studenti residenti sul territorio provinciale/regionale che frequentano - i primi due anni delle scuole superiori del sistema nazionale d'istruzione, il secondo anno del sistema regionale IeFP presso un organismo di formazione professionale accreditato per l'obbligo di istruzione che opera nel sistema regionale IeFP e le prime due annualità dei progetti personalizzati dell'IeFP di cui al comma 2, art.11 della L.R. 5/2011 presso un Organismo di Formazione professionale accreditato per l'obbligo di Istruzione che opera nel Sistema regionale IeFP.

Per avere diritto alla borsa di studio per l'anno 2015-2016 l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), del nucleo familiare di appartenenza del richiedente non potrà essere superiore a euro 10.632,94. E' valida solo l'attestazione ISEE rilasciata dopo il 15 gennaio 2016.
La certificazione ISEE è rilasciata gratuitamente dai Centri di Assistenza Fiscale (CAAF) convenzionati con l'INPS e dagli Uffici INPS.
La verifica del completamento dell'anno scolastico/formativo, condizione necessaria per ottenere il beneficio, verrà richiesta alla Scuola/Organismo di formazione professionale frequentati.
Saranno anche premiati gli studenti che nello scorso anno scolastico hanno ottenuto una media di valutazione pari o superiore al 7, con la maggiorazione dell'importo della borsa di studio del 25% rispetto a quella di chi non ha conseguito tale media.
Gli studenti in situazione di handicap certificato avranno comunque l'importo della borsa di studio con la maggiorazione, ferma restando la condizione di aver completato l'anno scolastico.

Il bando e la domanda sono consultabili e scaricabili sul sito web della Provincia di Parma.

Per ulteriori informazioni: Servizio Programmazione Rete Scolastica della Provincia di Parma - Viale Martiri della Libertà n. 15 - tel 0521 931 771, dalle ore 9 alle 13 dal lunedì al venerdì e anche dalle 15 alle 17 il lunedì e giovedì; e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Strategia del terrore, allarme Zika? L'eredità di Expo, l'Emilia Romagna programma il sistema del futuro prossimo. Mais e soia, le previsioni 2016. La forestale entra nella Benemerita. Nuovo calo dei mercati agricoli secondo i dati Ismea. "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave.

SOMMARIO Anno 15 - n° 04 31 gennaio 2016
1.1 editoriale Strategia del terrore. Allarme Zika?
3.1 cereali Cereali, piccole oscillazioni ma nessuna variazione di rilievo
4.1 Lattiero Caseario Cresce ancora il "Parmigiano"
5.1 L'eredità di Expo L'eredità di Expo. Tracciato il futuro dell'agroalimentare emiliano romagnolo
6.1 export agroalimentare Germania: Il Parmigiano Reggiano punta sulla ristorazione di qualità con gli Chef di JRE
6.2 UE e Lambrusco Vino. A Scandiano si parla di Lambrusco
8.1 imprese Mulino Alimentare di Parma testimone di eccellenza internazionale
9.1 mais e soia Previsioni in riduzione in Sud Africa e USA.
10.1 ambiente e sicurezza Nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare.
10.2 ecoreati La "Forestale" entra nella Benemerita.
11.1 siccita' ANBI Emilia Romagna: "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave
12.1 agromercati Ismea, nuovo calo dei prezzi agricoli a dicembre.
13.1 promozioni "vino" e partners

 

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che con l'approvazione della Riforma della Pubblica Amministrazione nasce il Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare, attraverso la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato all'interno dell'Arma dei Carabinieri.

"Con la riforma - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agroambientale, dotando l'Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurerà professionalità, specializzazione e un ramificato presidio del territorio rappresentando di certo una delle esperienze più avanzate d'Europa".

LE PRINCIPALI NOVITÁ DELLA RIORGANIZZAZIONE

- POTENZIATA LA TUTELA AGROAMBIENTALE
Dalla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri nasce il Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare. Una grande forza che potenzia le capacità dell'Italia di preservare e difendere il suo patrimonio paesaggistico, ambientale e agroalimentare. 7 mila uomini specializzati impiegati sul campo.

- PERCHÈ I CARABINIERI
L'Arma dei Carabinieri, per il modello organizzativo e operativo di presidio del territorio, garantisce il più alto livello di potenziamento della tutela agroambientale. Negli anni proprio i Carabinieri hanno sviluppato anche competenze specifiche in questo campo con Nuclei specializzati come i Nac (Nucleo Anticontraffazioni Carabinieri) e Noe (Nucleo operativo ecologico), oltre all'attività dei Nas (Nucleo anti sofisticazioni).

- RAFFORZATO IL PRESIDIO TERRITORIALE
Viene potenziato il livello di presidio del territorio attraverso il rafforzamento dell'attuale assetto con la cooperazione della capillare rete di strutture dell'Arma, delle sue capacità investigative e delle sue proiezioni internazionali per le attività preventive e repressive.

- MANTENUTA LA SPECIALIZZAZIONE
Nel nuovo comando viene assicurata la specializzazione attraverso l'impiego del personale del Cfs e anche i nuovi immessi verranno specificamente formati, così da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali.

- VALORIZZATE LE PROFESSIONALITÁ
Il personale mantiene le competenze possedute e viene impiegato nell'attuale sede di lavoro e incarico ricoperto. Nascono per questa ragione i Ruoli forestali nell'Arma. Anche le progressioni di carriera vengono salvaguardate rispettando i criteri attualmente esistenti. La riorganizzazione prevede poi il trasferimento di 750 agenti ad altre forze di polizia o amministrazioni.

- EFFICIENTATI I COSTI E CONFERMATA LA DIPENDENZA FUNZIONALE DAL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE
Con la riorganizzazione del Cfs e le altre misure contenute nel decreto legislativo vengono efficientati i costi di gestione. Il nuovo comando è posto alle dipendenze funzionali del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali a conferma dello stretto collegamento del comparto di specialità con le competenze, le tematiche e gli obiettivi del Ministero.

(fonte Mipaaf 21 gennaio 2016)

L'ultimo mese dell'anno conferma l'intonazione negativa dei mercati agricoli palesatasi a partire dall'autunno. Lo segnala l'Ismea sulla base dell'Indice dei prezzi agricoli all'origine, che si è portato nel mese di osservazione a 111,7 (2010=100) facendo registrare una flessione del 2% su novembre e del 2,5% su dicembre di un anno fa.

Roma - A dicembre, i prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - sulla scorta dei dati divulgati dall'Istat - in flessione dello 0,4% su base mensile e in aumento dell'1,1% su base annua, ossia rispetto al livello di dicembre dell'anno scorso, in lieve decelerazione rispetto al più 1,6% di novembre.

L'Indice "core" dell'Ismea - calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - a dicembre si colloca a 111,0 (2010=100) a conferma di una dinamica mensile negativa (-1,8%), sebbene lievemente più attenuata rispetto a quanto evidenziato dall'indice complessivo. Il confronto su base annua segnala invece una tendenza deflativa più marcata di quella indicata dall'indice complessivo (-5,6% sul livello di dicembre 2014).

Nel comparto vegetale che fa segnare nel suo complesso un meno 2,6% sul mese precedente, pesano le significative flessioni degli ortaggi (-7,8%) condizionati dall'eccesso di offerta che le temperature insolitamente miti hanno riversato sui mercati. Continuano ad arretrare anche i prezzi degli olii di oliva (-5,5%) in un contesto non favorevole neanche per i semi di soia (-0,9%) e per i cereali (-2,1%), che scontano i ribassi registrati sui mercati internazionali. Per i vini, le rilevazioni Ismea indicano una brusca battuta di arresto (-1,8%) dell'abbrivio positivo della nuova campagna. Frutta e colture industriali, con un incremento rispettivamente del 3,2% e del 3%, sono invece le uniche due voci in controtendenza rispetto all'andamento complessivamente negativo del comparto.

L'insieme della zootecnia chiude dicembre senza particolari novità rispetto all'andamento dell'intero 2015. La flessione dell'1,7% su base mensile riflette un'ulteriore discesa dei listini del bestiame vivo (-3,9%), solo in parte controbilanciata da una timida progressione dei lattiero caseari (0,5%). Tra gli animali vivi si segnalano ancora una volta riduzioni significative a carico dei suini (-6,9%), avicoli (-5,2%) e conigli (-11,4%) a fronte della lieve ripresa che ha interessato i bovini (0,3%) e degli incrementi più significativi per gli ovi-caprini (+4,5%). Flettono lievemente su base mensile anche le uova (-0,2%).
Su base annua, l'indice elaborato dall'Ismea arretra del 2,5%, con flessioni più marcate per l'aggregato zootecnico (-3,5%) e più attenuate per il comparto delle coltivazioni vegetali (-1,7%). In quest'ultimo ambito produttivo, flettono, rispetto a dicembre 2014, i prezzi degli olii di oliva (-22,6%), dei cereali (-9,3%) e, in misura inferiore, della frutta (-3,5%) e dei vini (-1,6%). Solo per gli ortaggi, le coltivazione industriali e i semi di soia il confronto annuale risulta positivo, con un più rispettivamente del 14,8%, del 5,9%, e dello 0,3%.

Nell'aggregato zootecnico, la dinamica tendenziale fa registrare una riduzione del 3,2% per il bestiame vivo, del 2,3% per i lattiero caseari, e del 15,9% per le uova.
In media d'anno, in linea con le variazioni acquisite divulgate con i dati di novembre, i prezzi agricoli del 2015 relativi alla prima fase di scambio risultano complessivamente in aumento dell'1,5% rispetto al livello del 2014, mentre sulla scorta dell'Indice core la tendenza si conferma deflativa (-3,7%).
(Ismea 22 gennaio 2016)

Le verifiche effettuate dai Consorzi di Bonifica in Emilia Romagna dicono chiaramente che la terra ha raggiunto il limite e l'acqua presente nel suolo è addirittura al di sotto dei livelli dell' agosto 2015. I Consorzi di bonifica che trasportano la risorsa a tutta l'agricoltura lanciano l'allarme richiamando tutti i portatori d'interesse a "fare sistema". 

Bologna, 29 gennaio 2016

L'Italia ha sete, l'Emilia Romagna non è da meno e se il clima di questi mesi non lascerà spazio immediato a nuove precipitazioni quella che oggi è già più di una preoccupazione -supportata da dati eclatanti - potrebbe trasformarsi, tra poche settimane, in una vera e propria emergenza epocale scatenando conflitti per l'acqua tra i territori.
Dopo la denuncia arrivata da ANBI a livello paese, l'ANBI Emilia Romagna, forte degli ultimi rilievi fatti direttamente nelle locali falde acquifere superficiali dai suoi esperti (operanti nei nove Consorzi di Bonifica regionali associati), aggiunge così un elemento di valutazione fondamentale all'allarme scattato nei giorni scorsi dopo le misurazioni delle portate del Po, dei livelli drasticamente in calo dei maggiori laghi del Nord e della scarsa incidenza degli accumuli nevosi sull'Appennino. Le ultimissime analisi effettuate infatti dicono chiaramente che a livello regionale le falde sono completamente scariche e che i livelli raggiunti sono addirittura al di sotto di quasi un metro rispetto a quelli fatti registrati durante l'estate 2015, una delle più roventi e siccitose a memoria d'uomo.

Ora le criticità sono palesi: quantità di acqua inconsistente, riserve contenute in invasi quasi azzerate e a differenza delle annate maggiormente siccitose 2011-2012 si aggiunge anche la mancanza di neve in grado di alleviare parzialmente queste pesanti criticità. I Consorzi di bonifica che trasportano la risorsa a tutta l'agricoltura lanciano l'allarme richiamando tutti i portatori d'interesse a "fare sistema" mettendo al centro delle loro scelte questa priorità, in caso contrario i prodotti tipici alla base del Made in Italy agroalimentare potrebbero venire colpiti duramente già in primavera con conseguenti perdite sostanziali di rese. Sotto il profilo della gestione delle emergenza idrica i Consorzi di bonifica emiliano romagnoli, che approvvigionano di acqua un territorio a sud del Po e quindi chiaramente penalizzato se comparato alle pianure delle regioni al di sopra del fiume, hanno maturato in questi anni una lunga esperienza elaborando non solo sistemi di monitoraggio costante, ma anche competenze sull'utilizzo virtuoso della risorsa e risparmio idrico (IRRINET-IRRIFRAME). Certo è che una situazione grave come quella che si sta via via delineando non offre spunti di particolare ottimismo e a questo si aggiunge la paura che le piogge arrivino bruscamente per distruggere e non a dare sollievo alle colture. Il presidente dell'ANBI ER Massimiliano Pederzoli non ha dubbi "Le falde scariche come mai prima dimostrano che la situazione è di emergenza reale e rischia anche di generare conflitti tra i territori se non si decideranno da subito precise norme di comportamento in situazioni di grave carenza idrica". Anche i grandi invasi della regione, le dighe piacentine di Molato e Mignano e quella di Ridracoli, sono ai minimi storici di capacità e in questo momento solo il Canale Emiliano Romagnolo (CER) conserva disponibilità di acqua ed è in grado di essere anticiclico. In questo frangente il CER ed i Consorzi di bonifica collegati stanno fornendo acqua ai tre potabilizzatori di Ravenna-Bassette, Ravenna-Standiana e Forlimpopoli-Selbagnone. In cifre una fornitura che supera i 1300 litri al secondo (110.000 metri cubi di acqua al giorno) capace di soddisfare le esigenze di consumo di oltre 500mila abitanti equivalenti.

(Fonte: Ufficio Stampa ANBI)

Conclusi due corsi-base per le associazioni della montagna e di Campegine e Poviglio promossi dalla Scuola permanente di formazione costituita nel 2008 dalla Provincia. A confermare l'elevata "professionalità" che, pur in un ambito di volontariato, contraddistingue da sempre la Protezione civile reggiana, i vari corsi di specializzazione che la Scuola permanente di formazione della Provincia continua a promuovere. -

Reggio Emilia, 29 gennaio 2016

Continua a pieno ritmo l'attività della Scuola permanente di formazione di Protezione civile, costituita dal 2008 da Provincia di Reggio Emilia e Coordinamento provinciale delle organizzazioni del volontariato: nelle scorse settimane si sono infatti conclusi altri due corsi base, obbligatori per i cittadini che desiderano diventare volontari operativi del sistema regionale di Protezione civile. Settanta i nuovi volontari formati dopo lezioni – tenute da volontari esperti e funzionari della Provincia - su normativa, organizzazione del sistema, sicurezza e autoprotezione, gestione emergenze, cartografia, primo soccorso e radiocomunicazioni. A Campegine sono stati 33 gli scritti alle nuove organizzazioni di Campegine e Poviglio che hanno partecipato al corso che ha avuto come tutor Mauro Ferrarini: 37 invece i partecipanti al corso tenuto da Ercole Domenichini a Castelnovo Monti, per conto delle associazioni Alpini, Lupi dell'Appennino reggiano, Aiut Appennin, Gruppo comunale di Protezione civile di Carpineti e i Custodi della montagna.
Le prove pratiche finale dei due corsi – entrambe curate dai coordinatori del volontariato in emergenza Marcello Margini e Ugo Artioli - si sono tenute rispettivamente al Polo logistico allestito dalla Provincia all'ex cantiere Tav di Villa Cella, struttura di emergenza di valenza regionale, e in piazza Baisi a Ramiseto, con il supporto della locale sede degli Alpini.
"La piena riuscita e i numeri di questi due corsi rappresentano un altro importante risultato, frutto della fondamentale sinergia tra istituzioni e volontariato finalizzata a mantenere vivo il sistema territoriale di Protezione civile, uno dei più consistenti e attrezzati della nostra regione", commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi.
A confermare l'elevata "professionalità" che, pur in un ambito di volontariato, contraddistingue da sempre la Protezione civile reggiana, i vari corsi di specializzazione che la Scuola permanente di formazione della Provincia continua a promuovere: "Si sono da poco conclusi quelli sull'utilizzo delle motoseghe e quello sul rischio idraulico, coordinati rispettivamente da Ercole Domenichini e Denis Sepali, mentre sabato 30 gennaio alla Pietra di Bismantova, in collaborazione con Vigili del Fuoco e il Soccorso alpino Emilia-Romagna, si concluderà il corso per cinofili e volontari in supporto alla ricerca di persone disperse tenuto da Corrado Bernardi a Casina", spiega la responsabile della Protezione civile provinciale, Federica Manenti.

(ufficio stampa: Provincia di Reggio Emilia)

Ieri sera festa al Baluardo con il sindaco Muzzarelli. La cooperativa sociale Caleidos di Modena è specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. 

Modena, 29 gennaio 2016

- tutte le foto nella galleria in fondo alla pagina -

Ha compiuto trent'anni Caleidos, la cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. La ricorrenza è stata celebrata ieri sera al Baluardo della Cittadella con un incontro condotto dalla giornalista Giulia Bondi. Sono intervenuti, tra gli altri, i sindaci di Modena Gian Carlo Muzzarelli, Soliera Roberto Solomita e Pievepelago Corrado Ferroni, assessori e docenti universitari, rappresentanti di Confcooperative Modena e del Consorzio di Solidarietà Sociale.

Nata a Sassuolo nell'ambito dell'associazionismo cattolico con il nome SolDoFa (Solidarietà Donare Facendo) per assistere giovani disabili, nel 2008 ha assunto il nome di Caleidos cooperativa sociale e trasferito la sede a Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in venti, ora siamo 120 – racconta la presidente di Caleidos Elena Oliva, che guida anche Federsolidarietà (l'organismo che rappresenta le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Modena) - I nostri operatori aiutano tutti i giorni persone che hanno bisogno (stranieri, tossicodipendenti, prostitute), oppure accudiscono animali. Sono dei professionisti "speciali", perché chi lavora nel sociale deve avere qualcosa in più, oltre alle competenze richieste in qualsiasi professione». Attualmente Caleidos cooperativa sociale si occupa di assistenza a persone con problemi di dipendenza, attività di sensibilizzazione nelle scuole, centri per stranieri, mediazione linguistico-culturale, integrazione, unità di strada per prostitute e gestione di canili comunali; inoltre Caleidos ha aperto Nostra Tellus, un'azienda agricola che si trova a S. Cesario sul Panaro e nella quale, sotto la guida di un tecnico agronomo, lavorano nove migranti giunti a Modena nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum.

(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Il market di via San Leonardo è da cinque anni un punto di riferimento per le persone in difficoltà. Un'ancora di salvezza possibile grazie alle associazioni di volontariato parmensi riunite nell'Associazione CentoperUno, con il sostegno di Fondazione Cariparma. 

Parma, 30 gennaio 2016

Ormai da cinque anni Emporio – che è nato e prosegue l'attività con il sostegno di Fondazione Cariparma - garantisce, grazie alla generosità di aziende, enti e cittadini, la sopravvivenza alimentare di migliaia di famiglie: 891 solamente nel 2014. Un lavoro impegnativo portato avanti da un solo dipendente fortemente motivato e più di 50 volontari che a Emporio hanno donato, solo nel 2014, 11.000 ore di servizio.

Emporio è coordinato dall'Associazione CentoperUno (che riunisce 13 associazioni del territorio parmense che si occupano da tempo e con modalità diverse di accoglienza e assistenza di persone che si trovano in difficoltà economica e in una condizione di disagio sociale) e partner fondamentali, che a diverso titolo garantiscono il perseguimento degli obiettivi e il radicamento nel territorio locale del progetto sono Comune di Parma, Provincia di Parma, Forum Solidarietà e Coop Consumatori Nordest.
Chi arriva al market di via San Leonardo trova un'ancora di salvezza, la possibilità di essere accompagnato in un momento drammatico come quello che segue la perdita del lavoro e del reddito, ancor più difficile per chi, fino a poco fa, conduceva un'esistenza senza problemi. Si cerca di offrire alimenti e speranza, la partita più difficile.

Da quando nel 2010 è partita l'esperienza di Emporio - grazie alle associazioni di volontariato parmensi riunite nell'Associazione CentoperUno - l'emergenza povertà nella nostra città si è progressivamente modificata: accanto alle tante famiglie che si avvicinano per la prima volta al Market si consolida il numero di quante, nel tempo, non riescono a rialzarsi dal momento di difficoltà: un carico emotivo sempre più pesante che i volontari cercano di alleviare non solo col cibo ma anche con la vicinanza, l'ascolto e varie iniziative di socializzazione.
Ma in aiuto alla fatica di questa sfida è arrivata la città, attraverso tanti piccoli e grandi gesti di generosità che, in questi anni, non hanno lasciato soli i volontari. Ciò che sta sugli scaffali, infatti, proviene in gran parte dalle donazioni delle aziende.
Ma alcuni generi alimentari - ad esempio riso, olio, zucchero, farina e legumi - devono essere acquistati e le donazioni dei cittadini sono indispensabili per garantire il paniere di base, perché tutti possano mettere a tavola colazione, pranzo e cena. Una questione di corretta alimentazione ma anche di dignità.

Nel 2013 Emporio è stato rafforzato anche grazie alla campagna di raccolta fondi "Parma Facciamo Squadra" (realizzata anche grazie all'"effetto moltiplicatore" di Barilla, Chiesi Farmaceutici e Fondazione Cariparma) che per il tramite della Fondazione Munus nella gestione del fondo ha permesso di ampliare la quantità e la varietà dei generi alimentari messi a disposizione.
Purtroppo l'orizzonte futuro non è roseo. I numeri della povertà non diminuiscono e, anche se la capacità del volontariato di far fronte ai bisogni è cresciuta, gli aiuti non riescono a tenere il passo. Sempre più grande è il bacino di sofferenza a cui dare risposta: per questo, ancora una volta si rinnova l'appello a contribuire attraverso il sito www.emporioparma.org  dove si può donare una spesa on line a chi non ce la fa, scegliendo cosa mettere nel carrello. Ogni piccolo contributo è fondamentale. Nel corso del 2014 sono stati distribuiti, in controvalore economico, 1.467.000 di Euro di prodotti alimentari contro un costo del progetto di 171.000 Euro (di cui 77.000 per acquisto di alimentari); per ogni euro impiegato sono stati quindi distribuiti quasi 9 Euro di alimenti. Non ultimo, anche il proprio tempo può essere un dono importante: a Emporio oggi ci sono 50 volontari attivi ma se ne cercano altri per contribuire a questa grande pagina di solidarietà che Parma sta scrivendo.

(Fonte: ufficio stampa Emporio)

La nota della Gilda degli Insegnanti in merito alle polemiche relative al cambiamento degli orari di lezione della Scuola primaria dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo. Salvatore Pizzo, Coordinatore provinciale: "Non tolleriamo questo modo di fare che deriva dalla mancanza di controlli che l'Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe attuare nei confronti dei dirigenti scolastici, la scuola parmense è nell'anarchia totale, ci riserviamo tutte le iniziative di legge". - 

Parma, 28 gennaio 2016

In merito alle polemiche relative al cambiamento degli orari di lezione della Scuola primaria dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo, la Gilda degli Insegnanti precisa che tutte le decisioni che riguardano l'organizzazione del lavoro del personale scolastico non possono in alcun modo essere ritenute efficaci, fino a quando non viene resa un'informativa preventiva alle organizzazioni sindacali rappresentative del comparto scuola, lo prevedono il vigente contratto di categoria e le norme successive che regolano le relazioni sindacali. Inoltre, l'art. 10 comma 4 del Dlgs 297/97 prevede che i criteri generali in merito all'orario scolastico siano definiti dal Consiglio d'Istituto, purtroppo non è dato sapere cosa sia avvenuto, in quanto non ci sono stati trasmessi gli atti che per legge ci spettano. Come organizzazione di categoria non tolleriamo che di certe decisioni, così importanti per l'esercizio della funzione docente, siano già informati degli estranei alla scuola statale, quali i politici locali che amministrano il Comune, mentre non sono state ancora completate le procedure obbligatorie verso le rappresentanze del personale, che nella scuola rappresentano molto di più di amministratori locali estranei al settore. Il comune è solo il locatore dell'immobile della scuola. Salvatore Pizzo, Coordinatore provinciale della Gilda: "Non tolleriamo questo modo di fare che deriva dalla mancanza di controlli che l'Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe attuare nei confronti dei dirigenti scolastici, la scuola parmense è nell'anarchia totale, ci riserviamo tutte le iniziative di legge" – continua il coordinatore della Gilda – "il caso vuole che certe anomalie, che vedono in qualche modo coinvolti gli enti locali, avvengono laddove esistono maggioranze del partito di governo, evidentemente è il nuovo modo di fare scuola "secondo Matteo". Pretendiamo che le nostre prerogative vengano rispettate e non intendiamo essere spettatori passivi, evidentemente a Traversetolo qualcuno è male abituato".

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Parma)

"Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare": Sabato 30 gennaio alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano. La liberalizzazione del nome del vitigno sarebbe un grave errore, ne parliamo con il Ministro Martina, l'assessore Caselli, l'eurodeputato De Castro e la senatrice Pignedoli. 

Reggio Emilia, 28 gennaio 2016 

- in allegato in fondo al testo l'invito scaricabile -

Sabato 30 gennaio alle ore 9.30 si terrà alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) l'iniziativa "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare". L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano vedrà la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Interverranno inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.

L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come afferma il sindaco Alessio Mammi "il Lambrusco è un prodotto da secoli legato indissolubilmente al nostro territorio e il vino italiano più esportato nel mondo, con 400 milioni di bottiglie all'anno e un ricavo di 500 milioni di euro. Mi auguro che l'Ue faccia un passo indietro. Parlarne direttamente con tutti i livelli istituzionali che si occupano della questione è un'occasione per noi irripetibile".

"Questi Vini - continua Leana Pignedoli -sono strettamente legati alla terra Emilia, non è una mera difesa, è una battaglia perché l'Europa scelga le distintività come fattore competitivo dell'agroalimentare valorizzando le peculiarità. Pensare di lanciare sfide sulla genericità e l'omologazione sarebbe miope e perdente. Lunedì il Ministro Martina ha incontrato il commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan proprio su questi temi, e quella di sabato ad Arceto sarà un'ottima occasione per avere un resoconto in diretta dell'incontro e delle azioni che seguiranno".

"A favore della tutela del nostro prodotto - conclude Davide Frascari - si sono schierate con noi Francia e Germania che sono paesi che dal punto di vista enologico hanno un peso che ci fa ben sperare. Voglio ricordare che il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente: solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori. Avere accanto tutti i livelli istituzionali impegnati sul tema è per noi importantissimo e confrontarci con il ministro Martina, De Castro, Caselli e Pignedoli lo sarà ancor più".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Scandiano)

Mercoledì, 27 Gennaio 2016 17:53

Il presidente Manghi alla Giornata della memoria

Dapprima in sinagoga, poi in Prefettura per la consegna delle medaglie d'onore ai familiari di cinque internati militari reggiani. Il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi: "L'accoglienza resti un pilastro della nostra comunità". -

Reggio Emilia, 27 gennaio 2016

Anche il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha partecipato questa mattina alle celebrazioni per la Giornata della memoria, dapprima nella sinagoga in via dell'Aquila, poi in Prefettura per la consegna delle medaglie d'onore concesse ai familiari di cinque internati militari reggiani.

In sinagoga - dopo la deposizione di una corona a ricordo degli ebrei deportati e la lettura di un salmo da parte del rabbino Beniamino Goldstein - davanti agli studenti di quattro classi di terza media dell'istituto comprensivo Manzoni, il presidente Manghi è intervenuto offrendo tre spunti "emersi dal toccante incontro di ieri mattina tra gli studenti che parteciperanno al Viaggio della memoria 2016 e Helga Weissova, superstite del campo di Terezin e autrice della mostra "Disegna ciò che vedi" ospitata proprio in questa sinagoga".
"Intanto un dato storico che non va mai dimenticato ogni 27 gennaio, ricorrenza dell'apertura dei cancelli di Auschwitz: ovvero che quel giorno di 71 anni fa la maggior parte delle persone purtroppo non c'era più. E, dunque, non bisogna mai dimenticare le dimensioni della immane tragedia rappresentata dall'Olocausto, a maggior ragione quando ancora oggi - come stiamo drammaticamente vivendo anche in Europa – si continua a utilizzare una supposta diversità per abbruttire e annientare l'"altro"', ha detto il presidente della Provincia.
"Mi ha molto colpito ascoltare Helga Weissova ricordare quando, da ragazzina, insieme alla famiglia guardava il planisfero per vedere dove poter andare 'perché in ogni luogo a noi vicino ci era impedita la possibilità di esistere come gli altri', che è lo stesso interrogativo che si pongono oggi tanti migranti cercando terre lontane dove ottenere migliori condizioni di vita e una dignità che è loro ancora troppo spesso negata da paesi non democratici", ha aggiunto Manghi indicando nella "accoglienza un pilastro forte della nostra comunità, che deve concedere pari opportunità a tutti, e lo stesso Trattato di Schengen non può prescindere da questo pensiero".
"Infine è necessario riflettere sul motivo per cui questa splendida persona, a 86 anni, continua a girare l'Europa e a incontrare persone e soprattutto giovani: il dovere della memoria, da parte di chi per fortuna è riuscita a sopravvivere a quella terribile esperienza, per far capire alle nuove generazioni, e ricordare a tutti noi, che quegli orrori non si possono e non si devono ripetere – ha concluso il presidente Manghi - Un impegno che deve essere anche nostro, che ci portiamo appresso questa pesante eredità di non essere ancora riusciti a costruire un mondo sano e giusto, ed anche per questo portare anche quest'anno mille studenti reggiani ai Viaggi della memoria rappresenta un investimento importante perché ci permettere di consegnare ai ragazzi conoscenze e esperienze grazie alle quali potranno concorre insieme a noi a realizzare una società migliore".
Dopo la cerimonia alla sinagoga, il presidente della Provincia ha quindi partecipato in Prefettura – insieme ai sindaci – alla consegna delle medaglie d'onore ai familiari di cinque internati militari reggiani: Peppino Balestrazzi di Cadelbosco Sopra, Guido Domenico Romei di Castelnovo Monti, Egidio Carbognani e Sergio Tagliavini di Gattatico e Salvatore Mancino di Reggio Emilia.

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(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Bruno Boyer, responsabile delle Relazioni internazionali del Mémorial de la Shoah, ha messo a disposizione le copie degli atti con cui Petain inaspriva le discriminazioni verso gli ebrei o delle pubblicità per la "arianizzazione" della Francia. -

Bologna, 27 gennaio 2016

Le carte di identità con scritte le indicazioni discriminatorie verso i cittadini francesi di fede ebraica, i cartelli pubblicitari del Commissariato generale alle Questioni giudaiche che confermavano il processo di "arianizzazione" della Francia, con tanto di esproprio e vendita all'asta dei beni dei cittadini francesi. E poi il testo in cui, con correzioni a matita, il Maresciallo Petain istituiva e incattiviva le discriminazioni e le restrizioni verso gli ebrei nella repubblica collaborazionista di Vichy.

In occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, Bruno Boyer, responsabile delle Relazioni internazionali del Mémorial de la Shoah di Parigi, ha fatto dono alla presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, di 15 copie di altrettanti documenti che raccontano e confermano le pagine più brutte della Francia collaborazionista e il coinvolgimento del regime di Vichy nella deportazione dei cittadini ebrei.

"Si tratta di documenti di grande valore e importanza che entreranno a far parte del patrimonio dell'Assemblea e che useremo nelle nostre attività nelle scuole- spiega Saliera-. Dobbiamo sempre rafforzare il nostro impegno per la formazione e la vaccinazione contro ogni forma di autoritarismo e di razzismo". Ecco perché, conclude la presidente, "sono sempre attuali le parole di Primo Levi: 'Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare'".

Non si tratta dell'unica collaborazione tra l'Assemblea legislativa e il Mémorial de la Shoah per questo 27 gennaio: ieri la presidente Saliera ha inaugurato, insieme a Boyer, la mostra dal titolo "I genocidi del XX secolo" nella sede dell'ente in viale Aldo Moro, a Bologna. La rassegna, a cura del'istituzione parigina, con cui l'Assemblea legislativa si avvia a rinnovare la convenzione in essere, ripercorre, con un approccio comparato, le tragiche vicende che determinarono nel Novecento la distruzione del popolo Armeno sotto l'Impero Ottomano, degli Ebrei per mano del Nazismo e dei Tutsi in Ruanda e intende offrire ai visitatori spunti di riflessione per comprendere i processi politici e culturali che hanno portato alla distruzione programmata di un popolo attraverso i germi del razzismo e dell'intolleranza.

Nelle foto i documenti donati dal Mémorial de la Shoah all'Assemblea legislativa

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(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

Gli alunni della 5° B della primaria Giordani ospiti in aula consiliare per il progetto "La scuola in Comune". Tutti i giovanissimi ospiti che hanno partecipato al progetto hanno incontrato il presidente Christian Fiazza, i consiglieri Mirta Quagliaroli e Gianluca Ceccarelli.

Piacenza, 27 gennaio 2016

Riprende, dopo la pausa per le vacanze natalizie, il progetto "La scuola in Comune", che stamani ha visto protagonisti in aula consiliare – dove hanno incontrato il presidente Christian Fiazza, i consiglieri Mirta Quagliaroli e Gianluca Ceccarelligli alunni della 5° B della primaria Giordani.
Questi i nominativi dei giovanissimi ospiti: Alessia Agostino, Francesco Bertoncini, Giulia Callegari, Camilla Cavalli, Simona Cucchetti, Marvin Espinoza Cueva, Martina Fermi, Francesca Ferri, Allegra Fiorani, Fabrizia Fornaroli, Sofia Garioni, Christian Emanuel Ghenta, Ludovica Guglielmetti, Isabella Lecini, Alice Leopardi, Roberto Lucchini, Carlotta Maffi, Andrea Maggi, Michele Menzani, Sofia Moglia, Bianca Maria Moglio, Justin Sebastian Jimenez Roque, Paolo Ruspaggiari, Enea Senaldi, Jonus Sabastian Thif, Yiran Zhou.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Ultimo Questore di Fiume e Medaglia d'Oro al Valore Civile, sprezzante del pericolo, si adoperò per salvare migliaia di ebrei destinati a morire nei campi di concentramento. Presenti il Prefetto della Provincia di Modena Michele Di Bari, il Questore Giuseppe Garramone e il Sindaco Giancarlo Muzzarelli. 

Modena, 27 gennaio 2016

Nella mattinata odierna, giorno della ricorrenza delle vittime della Shoà è stata deposta una corona presso la stele dedicata a Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume e Medaglia d'Oro al Valore Civile.

Il Prefetto della Provincia di Modena Michele Di Bari, il Questore Giuseppe Garramone e il Sindaco Giancarlo Muzzarelli hanno commemorato la figura del giovane funzionario di Polizia.

Presente anche il dott. Beniamino Stern, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia, il quale ha ricordato la grande umanità di Palatucci che, al tempo Questore reggente di Fiume, sprezzante del pericolo, si adoperò per salvare migliaia di ebrei destinati a morire nei campi di concentramento.

Palatucci, nato a Montella (Avellino) il 29 maggio 1909, viene trasferito alla Questura di Fiume nel 1937. Il 22 ottobre 1944 viene deportato nel campo di sterminio di Dachau, dove muore, a soli 36 anni, il 10 febbraio 1945.
Nel 1990 lo Yad Vashem lo giudica "Giusto tra le Nazioni".

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(Fonte: ufficio stampa Questura di Modena)

I consiglieri rivelano che in alcuni Comuni della Bassa modenese, non avendo pagato le bollette Enel, diversi cittadini terremotati si sono visti ridurre al minimo la fornitura elettrica. In una interrogazione, i consiglieri chiedono alla Giunta regionale di "stanziare i contributi necessari per consentire il pagamento degli insoluti Enel" relativi a chi ancora abita nei moduli abitativi temporanei. -

Parma, 27 gennaio 2016

Alan Fabbri e Stefano Bargi (Ln) hanno rivolto una interrogazione alla Giunta per chiedere alla Regione di intraprendere iniziative volte a risolvere i disagi dei cittadini terremotati che ancora vivono nei Map "e che ora si ritrovano privi di corrente elettrica e di riscaldamento". "In alcuni Comuni della Bassa modenese come Rovereto di Novi, non avendo pagato le bollette Enel, diversi cittadini terremotati- rilevano i consiglieri- si sono visti ridurre al minimo la fornitura elettrica, quando appare indispensabile, specialmente nel periodo invernale, attivare il riscaldamento nei Map e, quindi, evitare ulteriori disagi a questi cittadini".
 A questo proposito, Fabbri e Bargi chiedono alla Regione "di stanziare i contributi necessari per consentire il pagamento degli insoluti ed evitare che i cittadini ancora residenti nei Map si trovino a breve completamente senza luce e senza riscaldamento" e "di attivarsi urgentemente presso il Governo per impedire il distacco completo dell'energia elettrica nei Map, che si ritroverebbero senza luce e riscaldamento da parte di Enel".
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(cc)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

A Palazzo Santa Margherita si proietta per tutta la giornata un video con il diario della madre di Spoerri, il cui padre fu ucciso dai nazisti. Il progetto dell'associazione Ecad (Ebraismo, Culture, Arti drammatiche) prevede che nel Giorno della Memoria venga esposta e valorizzata un'opera legata alle persecuzioni naziste contro la cosiddetta "arte degenerata" e alle discriminazioni politiche e razziali perpetrate dal regime hitleriano. -

Modena, 27 gennaio 2016

"Histoire de mon petit Daniel" è il titolo di un video, quasi un racconto per immagini, in cui una mano sfoglia pagina per pagina il diario della madre di Daniel Spoerri, scritto tra il 27 giugno 1930 e l'ottobre del 1932, durante i primi due anni di vita dell'artista, il cui padre fui poi ucciso dai nazisti. Il documento viene proiettato alla Galleria civica di Modena che partecipa così insieme a numerosi altri musei italiani oggi, nel Giorno della Memoria, al progetto "La Shoah dell'arte", insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica e patrocinato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Il progetto dell'associazione Ecad (Ebraismo, Culture, Arti drammatiche) prevede, infatti, che nel Giorno della Memoria venga esposta e valorizzata un'opera legata alle persecuzioni naziste contro la cosiddetta "arte degenerata" e alle discriminazioni politiche e razziali perpetrate dal regime hitleriano.
Nell'ammezzato di Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103, sarà appunto proiettato per tutta la giornata di oggi, 27 gennaio, il video "Histoire de mon petit Daniel", in orario di apertura della mostra "Daniel Spoerri. Eat Art in transformation" (dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18). Alla Palazzina dei Giardini, inoltre, all'opera di Spoerri "Albero della civetta" sarà affiancato un testo scritto per l'occasione dal curatore Antonio D'Avossa, che svela il contenuto simbolico dell'opera legato agli eventi drammatici che hanno segnato l'infanzia dell'artista creatore della Eat Art.
Il diario della madre di Spoerri sfogliato nel video registra con puntualità ogni cambiamento del bambino: quanto pesa, quanto è cresciuto rispetto al mese precedente, ogni quante ore mangia. È segnato il giorno in cui per la prima volta si è nutrito con il latte vaccino, c'è il racconto di un viaggio a Galati, e una serie di fotografie con didascalia a fissare momenti di vita familiare: il giorno dopo la nascita, il primo ritratto di famiglia, il primo compleanno fino alla fotografia che chiude il diario, nella quale è ritratto insieme alla sorella nell'ottobre 1932. Solo pochi anni dopo, il padre di Spoerri, Isaac Feinstein, troverà la morte per soffocamento insieme ad altri 140 ebrei, per mano dei nazisti che avevano occupato la Romania. Nell'ottobre del '42, a dieci anni dall'ultima foto del diario, la famiglia di Daniel Spoerri ottiene il certificato di morte del padre, e Lidia, sua madre, può finalmente emigrare insieme ai suoi sei figli in Svizzera, alla ricerca della salvezza.
La mostra "Daniel Spoerri Eat Art in transformation", allestita nelle due sedi espositive della Galleria civica di Modena a Palazzo S. Margherita e alla Palazzina dei Giardini Ducali in corso Canalgrande, è visitabile gratuitamente da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19 a orario continuato; è chiusa al lunedì e martedì. Per informazioni: Galleria civica di Modena, tel. 059 2032911, ( www.galleriacivicadimodena.it ).
(Fonte: ufficio stampa Comune di Modena)

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata ai rappresentanti del Governo centrale e locale dal Sindaco Fabio Fecci sul tema della sicurezza in Italia e a Noceto, dopo l'ultimo grave episodio di cronaca verificatosi il 28 dicembre scorso. Nel quartiere artigianale tre uomini dell'Est europeo a volto scoperto armati di accetta, manganello, coltello e cacciavite hanno fatto irruzione in un deposito di materiale edile e aggredito il titolare. -

Parma, 27 gennaio 2016

Sono Fabio Fecci, Sindaco del Comune di Noceto, un paese di tredicimila abitanti in provincia di Parma, con una passata esperienza come Assessore alla Sicurezza nell'Amministrazione Comunale della città di Parma.
E' da tempo che sto maturando l'idea di scrivere ancora in materia di sicurezza, riprendendo temi che come amministratore pubblico, anche con riferimento al ruolo ricoperto a Parma, ho dovuto affrontare e che mi hanno sempre visto in prima linea, perché per me la sicurezza è obiettivo di assoluta priorità, un fattore determinante per la qualità della vita dei cittadini.
Per questo ho sempre investito per quanto possibile sulla sicurezza adottando tutte quelle misure volte a limitare le problematiche e a fornire risposte concrete, sapendo che parliamo di una materia complicata e dinamica, che risente del mutare dei contesti economici e sociali e che per questo richiede soluzioni che per essere efficaci devono essere adottate con prontezza.
Ora, dopo cinque anni dalla mia ultima lettera aperta alla città di Parma inviata a febbraio 2011 e fatta pervenire anche al Governo centrale, torno a scrivere anche in virtù dell'ultimo grave episodio di delinquenza avvenuto nel mio paese il 28 dicembre scorso, dopo aver in parte metabolizzato l'accaduto che francamente ha lasciato me e tutta la nostra comunità molto scossi.

Il fatto: Noceto, ore 17.30, quartiere artigianale densamente popolato di insediamenti produttivi e di annesse abitazioni residenziali, tre uomini dell'Est europeo a volto scoperto armati di accetta, manganello, coltello e cacciavite fanno irruzione in un deposito di materiale edile, smurano e trascinano in strada la cassaforte. A questo punto irrompono i proprietari per affrontare i malviventi, che invece di mollare la presa li aggrediscono e prendono a manganellate il titolare, che necessiterà di suture alla testa presso il pronto soccorso. Dopo una colluttazione, finalmente i banditi fuggono, la cassaforte resta lì, in strada, dove un buco nell'asfalto rimane come testimonianza di quanto successo.
Il pensiero comune di quanti hanno vissuto il fatto è: poteva andare molto peggio, una persona poteva trovarsi con il cranio sfondato e un'altra deliberatamente investita dall'auto dei ladri in fuga.

Questo fatto avvenuto a Noceto – dove la delinquenza è episodica e di tipo predatorio senza che si registrino al momento feriti o vittime – come dicevo ha molto colpito la nostra comunità, pur nella consapevolezza che attorno a noi accadono episodi ben più efferati.
Più di un cittadino è venuto nuovamente da me per chiedere come ci si può tutelare, cosa si può fare, anche se mi sento di dire che qui da noi si sta facendo quanto possibile.
Mi riferisco – fra le altre cose - all'impiego di uomini della Polizia Municipale anche con turni notturni, al costante incremento del sistema di videosorveglianza, agli estendimenti ormai totali della pubblica illuminazione ed alla battaglia recentemente vinta per mantenere il presidio dei Carabinieri sul territorio. Quanto possibile, che però non basta!
Il cambiamento deve arrivare dal vertice, a livello centrale, dove occorre ripensare all'intero sistema della giustizia.
Questo unanime sentimento di rabbia, sdegno ed impotenza deve arrivare forte e chiaro dove c'è il potere di cambiare davvero le cose e dove spesso invece stanno quanti si sentono protetti ed intoccabili e non pensano al comune cittadino che invece si sente in balia oltre che dei problemi quotidiani anche della minaccia della delinquenza. E questa sensazione non fa che accrescere la dicotomia fra cittadini e politica e fa molto male anche alla democrazia.

Da tempo ho elaborato una serie di considerazioni e proposte che vado ad elencare e che spero possano costituire uno spunto di riflessione e portino ad azioni immediate perché così non è più possibile andare avanti.
Il problema della sicurezza pubblica, per chi non lo avesse ben chiaro e poiché spesso e volentieri viene strumentalizzato, non è né di destra né di sinistra ma deve essere risolto da chi ne ha la competenza, ossia dallo Stato.
L'Italia è purtroppo forse il paese con l'ordinamento giudiziario più garantista al mondo, è ormai impressione comune che ci sia una tutela maggiore per i diritti degli imputati rispetto a quelli della parte lesa: processi dalla durata infinita spesso azzerati dalla prescrizione, primato nell'abbondanza dei gradi di giudizio, riduzioni della pena, amnistie, indulti.
Ciò che appare evidente oggi all'opinione pubblica è che in Italia chi sbaglia NON paga, all'insegna di un " buonismo" che necessariamente conduce all'impunità.
Un buonismo che mischia sempre più i confini fra ciò che è bene e male, che svuota di significato l'etica su cui si basa la convivenza civile, che giustifica e legittima tutto.
E spalanca così le porte al baratro.
Occorre sburocratizzare certe procedure, snellire, attuare misure ineludibili, la pena non deve più essere una conseguenza poco probabile, eventuale e nebulosa, ma deve essere certa, chiara ed adeguata, senza vie di fuga e senza passare attraverso un groviglio di garanzie che la svuotano. Perché così si svuota la giustizia, si svuotano i diritti dei cittadini onesti, si fa passare il messaggio che qui da noi si può sbagliare perché tanto non succede niente.
E questo messaggio bene l'hanno recepito quanti scelgono di venire nel nostro Paese per delinquere. A questi, così come agli italiani che commettono reati - deve essere comminata una pena immediata e tradotta in misura detentiva con carcere duro, dopodichè – per chi non è italiano - devono prendere avvio le misure di espulsione. E per quanti non sono immediatamente identificabili perché stranieri senza documenti, le relative procedure potranno essere portate avanti e concluse dalle autorità preposte nel periodo della permanenza in carcere.
La certezza della pena è anche un deterrente perché riafferma il principio che chi sbaglia paga. Senza se e senza ma.
Occorre investire sui sistemi di identificazione, segnalazione, per così procedere nell'immediatezza all'arresto. Fondamentale anche abbreviare i tempi dei processi, delle espulsioni, perché chi non possiede i requisiti previsti dal nostro ordinamento per restare o chi viola le leggi è giusto che venga allontanato.
L'accoglienza è giusta, ma nel contesto di REGOLE PRECISE e di una sostenibilità che tutela il Paese che accoglie. Chi viene nel nostro Paese deve rispettare le nostre leggi, le nostre regole, la nostra cultura, le nostre tradizioni e conoscere bene la nostra lingua.
Senza questo c'è il caos.

Ma oltre a rivedere il sistema occorre anche la volontà di applicare le norme che già ci sono in maniera rigorosa. Cosa che in Italia purtroppo non accade, perché troppo spesso i percorsi giudiziari si arenano, prendono vie traverse per finire spesso nel nulla. E anche questo mostra l'inadeguatezza del nostro sistema, che non è in grado di usare gli strumenti di cui dispone.
Vorrei terminare con alcune considerazioni di specifico interesse degli Enti Locali, che vogliono investire risorse per garantire sicurezza, vista la latitanza dello Stato, aiutando così le nostre Forze dell'Ordine a garantire maggiore incolumità ai nostri concittadini.
Un primo passo deve essere fatto nella direzione di svincolare da ogni tipo di tetto di finanza locale le spese a favore della sicurezza, chi ha risorse deve avere la possibilità di impiegarle senza che le norme lo impediscano. Via libera quindi agli investimenti sulla videosorveglianza in rete fra le varie istituzioni preposte mediante utilizzo delle tecnologie più innovative per arrivare a sistemi identificativi e che consentano in diretta interventi immediati, sui sistemi di allarme, sulle colonnine SOS, sui sistemi di rilevazione sull'alcol e droghe, sulla pubblica illuminazione e sugli strumenti tecnologicamente avanzati per una maggiore qualificazione ed efficacia del lavoro degli operatori.
Ma non solo. Oltre che in risorse strumentali occorre appunto anche investire su quelle umane e quindi via libera alle assunzioni del personale preposto alla sicurezza , che non possono essere soggette alla disciplina vincolistica attualmente in vigore. Questo deve valere per il personale dei Comuni in riferimento alla polizia locale, ma anche per il personale dello Stato, ossia per tutti gli appartenenti alle Forze dell'Ordine.

E se il sistema pubblico non può arrivare ovunque, è necessario potenziare anche funzioni e qualificazione professionale della vigilanza privata, per una sua maggiore ed opportuna integrazione con le istituzioni preposte, coinvolgendola più attivamente nelle politiche a favore della sicurezza urbana. Questo consentirebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro.
E' la sinergia ed il coordinamento fra le varie forze presenti che consentono di ottenere risultati, per dare vita a quel concetto di sicurezza partecipata che vede il coinvolgimento attivo anche dei cittadini, chiamati a segnalare attraverso il "controllo di vicinato" ogni situazione sospetta e ad attivare corrette misure e comportamenti.
Tutto questo se venisse concretizzato, permetterebbe al cittadino di tornare a guardare alle istituzioni con rinnovata fiducia, sentendosi da esse tutelato, percependo quella sensazione di sicurezza che migliora indubbiamente la qualità della vita.
Mi rendo conto che sono temi caldi, importanti, ampiamente dibattuti, ma è sempre più evidente e ormai di urgenza estrema la necessità che il Governo adotti un piano declinato attraverso riforme concrete che vadano a maggior tutela dei cittadini onesti, che ne hanno pieno diritto.
Perché l'Italia non rimanga un paese di "azzeccagarbugli", ma si riaffermi una giustizia rapida, efficace e giusta, perché anche attraverso questo passa la sicurezza, un diritto primario, perché senza sicurezza non c'è libertà. PER NESSUNO.

Distinti saluti

Fabio Fecci
Sindaco di Noceto
Coordinatore provinciale ANCI
Vicepresidente vicario ANCI Emilia Romagna
Membro nazionale ANCI

(Fonte: ufficio stampa Comune di Noceto)

In una interrogazione alla Giunta regionale, il consigliere torna a chiedere verifiche sul corretto uso di locali autorizzati per il prevalente svolgimento di attività di promozione sociale. Fabio Rainieri (Ln): "Servono nuovi controlli".

Parma, 26 gennaio 2016

"La Giunta regionale dovrebbe attivarsi perché siano effettuati nuovi e più severi controlli nei locali di via Zandonai, a Busseto, al fine di verificare che non siano indebitamente utilizzati come moschea, usufruendo di deroghe per attività di promozione sociale in realtà non svolta o svolta solo occasionalmente".

E' quanto chiede Fabio Rainieri (Ln) con una nuova interrogazione presentata alla Giunta per ulteriori chiarimenti sulle attività svolte a Busseto (Pr) dall'associazione 'Bel Agire', che rientra nell'elenco delle associazioni riconosciute di cittadini stranieri a Parma e provincia e i cui soci sarebbero in grande prevalenza di fede islamica.

Il consigliere ricorda che per il rilascio dell'autorizzazione "è stato considerato il fatto che le attività di culto che si svolgono nei locali in questione debbano rivestire carattere marginale rispetto alle attività di promozione sociale. E tuttavia- prosegue- mentre la Giunta regionale ha dichiarato che i controlli effettuati dalla Polizia municipale non sarebbero sufficienti a dimostrare che l'attività di culto sia prevalente rispetto a quella di promozione sociale, rimangono i dubbi sollevati da un consigliere, in Consiglio comunale, il quale senza essere smentito avrebbe definito 'sommari' tali controlli e avrebbe anche fatto notare che se le attività di culto sono state comunque riscontrate, non sarebbe al contrario mai emersa in quei locali la presenza di attività di tipo sociale prevista dallo statuto come prevalente". Di qui la richiesta alla Giunta per sapere se abbia riscontri in tal senso e se, nel caso venissero rilevate irregolarità non conformi alle autorizzazioni, sia pronta a cancellare l'iscrizione di 'Bel Agire' dal Registro delle associazioni di promozione sociale.

Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa) 

(is)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Martedì, 26 Gennaio 2016 16:06

Novellara: installati due nuovi autovelox

Il servizio lavori pubblici del Comune di Novellara ha appena ultimato l'installazione di due autovelox in via Provinciale nord, in direzione Campagnola Emilia donati nei mesi scorsi dal Presidente e CEO di Tecnove Alberto Lombardini.

Lo scopo delle strutture collocate è quello di essere un utile deterrente per la riduzione della velocità sempre sostenuta su quel trafficato tratto di strada. Una strumentazione che va ad aggiungersi alle recenti dotazioni del Copro Unico Polizia Municipale: il sistema di controllo degli accessi, cosiddetti varchi, per monitorare le più importanti strade al fine consentire di identificare e segnalare l'accesso al territorio di veicoli potenzialmente pericolosi, i dispositivi mobili per il controllo del traffico per individuare i veicoli che circolano senza titolo o perché privi di assicurazione e/o revisione, i tablet per interrogare in tempo reale la Motorizzazione civile in merito alla regolarità dei veicoli in circolazione e sosta.

L'amministrazione comunale ha accolto con gratitudine e sorpresa la volontà di Lombardini di donare queste strutture all'amministrazione: "Cercare di mettere in maggiore sicurezza quel tratto di strada, per chi lavora, transita quotidianamente, o va a far la spesa è un gesto di grande attenzione e cura per la propria comunità" afferma il Sindaco Elena Carletti che non manca di rivolgere ancora i più sentiti ringraziamenti per questa insolita ed speciale donazione.

Comune di Novellara (RE)
Piazzale Marconi, 1
tel. 0522-655459 - fax. 0522-652057

www.comunedinovellara.gov.it  Facebook: Comune di Novellara twitter: @ComuneNovellara 

(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)

Presso la media Calvino di via Boscarelli – alla presenza dell'assessora alle Politiche Giovanili Giulia Piroli – e a seguire, presso la media Anna Frank di via Manzoni, si è svolta la prima tappa del progetto pedagogico e culturale "Domani scriverai ancora, sulle tracce di Anna Frank".

Piacenza, 26 gennaio 2016

Si intitola "Domani scriverai ancora, sulle tracce di Anna Frank", il progetto pedagogico e culturale promosso dall'Amministrazione comunale in collaborazione con la Fondazione Anne Frank di Basilea, che finanzia totalmente l'iniziativa. Obiettivo, realizzare un diario scritto in totale libertà dai ragazzi in età adolescenziale, composto in forma anonima con la sola eccezione delle date e del nome della scuola coinvolta.
Questa mattina si è svolta la prima tappa, presso la media Calvino di via Boscarelli – alla presenza dell'assessora alle Politiche Giovanili Giulia Piroli – e a seguire, presso la media Anna Frank di via Manzoni.
"L'iniziativa, già realizzata a Genova – spiega l'assessora Piroli – nasce con l'intento di favorire la libertà di espressione e la creatività nei ragazzi, portandoli a instaurare tra loro un dialogo profondo. Da questo diario collettivo, che estrapolerà le pagine migliori scritte da ogni giovane partecipante, oltre alle foto che gli studenti vorranno scattare per arricchire il testo, nascerà un libro. E' bello pensare che anche Piacenza farà parte di questo mosaico".

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(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

La cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili ha compiuto 30 anni. Giovedì 28 gennaio al Baluardo l'evento che celebra la ricorrenza. -

Modena, 26 gennaio 2016

Ha compiuto trent'anni Caleidos, la cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. La ricorrenza viene festeggiata dopodomani – giovedì 28 gennaio – alle 18 al Baluardo della Cittadella con un incontro condotto dalla giornalista Giulia Bondi, esperta di immigrazione. Intervengono i docenti universitari Enrico Giovannetti ed Everardo Minardi, rappresentanti di Confcooperative Modena, del Consorzio di Solidarietà Sociale e delle amministrazioni locali.

Nata a Sassuolo nell'ambito dell'associazionismo cattolico con il nome SolDoFa (Solidarietà Donare Facendo) per assistere giovani disabili, nel 2008 ha assunto il nome di Caleidos cooperativa sociale e trasferito la sede legale a Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in venti, ora siamo 120 – racconta la presidente di Caleidos Elena Oliva, che guida anche Federsolidarietà (l'organismo che rappresenta le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Modena) - I nostri operatori aiutano tutti i giorni persone che hanno bisogno (stranieri, tossicodipendenti, prostitute), oppure accudiscono animali. Sono dei professionisti "speciali", perché chi lavora nel sociale deve avere qualcosa in più, oltre alle competenze richieste in qualsiasi professione». Attualmente Caleidos cooperativa sociale si occupa di assistenza a persone con problemi di dipendenza, attività di sensibilizzazione nelle scuole, centri per stranieri, mediazione linguistico-culturale, integrazione, unità di strada per prostitute e gestione di canili comunali; inoltre Caleidos ha aperto Nostra Tellus, un'azienda agricola che si trova a S. Cesario sul Panaro e nella quale, sotto la guida di un tecnico agronomo, lavorano nove migranti giunti a Modena nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Il documento ufficiale discusso alla Camera dei Deputati per la regolamentazione degli Home Restaurant. Anche nella nostra città e sul nostro territorio è un fenomeno che si è largamente sviluppato, ma che manca ancora di una precisa regolamentazione. -

Parma, 26 gennaio 2016

La scorsa settimana durante la X^ Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati si è aperto il dibattito sul tema dell'Home Restaurant. Nel corso dell'audizione, alla quale hanno partecipato il presidente nazionale, Esmeralda Giampaoli e il direttore nazionale Fiepet Confesercenti, Tullio Galli, sono state ribadite le posizioni della Fiepet, relativamente alla indispensabile equiparazione delle regole che mettano sul piano della parità sia gli operatori professionali sia i soggetti che intendono esercitare questa attività di SOCIAL EATING, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di carattere igienico-sanitario, fiscale e di professionalità imprenditoriale, e tenuto altresì conto della risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico sull'argomento in questione.

Di seguito il documento ufficiale, consegnato agli atti, che compendia la posizione della Fiepet con la proposta di regolamentazione legislativa di questa disciplina.

Il fenomeno "Home restaurant", dal punto di vista giuridico, è attualmente privo di una propria disciplina, e ciò comporta seri problemi di ordine concorrenziale, sanitario e fiscale.
E' per questo che FIEPeT-Confesercenti ha commissionato al CST, Centro di Studi Turistici, un'indagine sulla rilevanza del fenomeno, le cui risultanze rivelano come l'universo degli Home restaurant in Italia abbia generato nel 2014 introiti pari a 7,2 milioni di euro, con il primato della Lombardia (con una quota di circa 1,9 mln di euro, pari a oltre un quarto del fatturato totale), ma introiti oltre il milione di euro anche nel Lazio (1,4 mln) e in Piemonte (1,1 mln); nello stesso anno sono stati proposti circa 86mila eventi di "social eating", con la partecipazione di circa 300mila persone, che hanno sostenuto una spesa media stimata di 23,70 euro pro-capite, per un incasso medio per singolo evento pari a 194,00 euro. Sono risultati attivi più di 7mila cuochi "social", ognuno dei quali ha incassato in media 1.002,51 euro, con un trend in sicura crescita.
E' chiaro che tutto ciò comporta un'indebita concorrenza al settore della ristorazione tradizionale. Il rispetto o meno delle regole cui sono sottoposti gli operatori economici è infatti uno degli elementi che più qualificano il funzionamento dell'economia e ne determinano le capacità di sviluppo.
E le regole che caratterizzano le attività della ristorazione sono indubbiamente numerose e severe.
Basti pensare che, fin dal suo avvio, un'attività di somministrazione di alimenti e bevande viene limitata da parametri di vario genere, fino a poco tempo fa finanche di tipo strutturalmente regolatorio, mediante distanze e contingenti numerici, oggi di tipo qualitativo, in ossequio all'art. 64 del D. Lgs. n. 59/2010, con cui è stata recepita la Direttiva "Bolkestein".
Questo prevede, infatti, che i comuni, nelle zone del territorio da sottoporre a tutela, possano adottare provvedimenti di programmazione delle aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico: tale programmazione può prevedere, sulla base di parametri oggettivi e indici di qualità del servizio, divieti o limitazioni all'apertura di nuove strutture, quando ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona senza incidere in modo gravemente negativo sui meccanismi di controllo, in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità.
Inoltre, per esercitare l'attività, il titolare o un suo delegato devono possedere requisiti professionali che implicano la frequenza di corsi, il superamento di esami, il possesso di titoli di studio o una determinata pratica professionale prolungatasi e mantenutasi nel corso di alcuni anni.
L'esercizio deve rispondere a precisi requisiti sanitari, quanto alle misure e alle dotazioni di locali e attrezzature, come previsto dai regolamenti locali d'igiene. In particolare, devono essere presenti bagni per gli addetti e per i clienti, divisi per sesso, nonché per portatori di handicap.
L'attività deve rispettare la legislazione comunitaria e nazionale sull'igiene degli alimenti e la nuova disciplina sull'informazione e sulla pubblicità dei prodotti alimentari, che contiene stringenti regole sulla comunicazione relativa alla presenza degli allergeni nei piatti somministrati.
Dal punto di vista lavoristico il personale deve essere ovviamente in regola con le norme relative alle assunzioni, ai contratti collettivi nazionali di lavoro, alla formazione professionale, alla contribuzione previdenziale.
Infine, l'esercizio dovrà corrispondere quanto previsto dalla legislazione nazionale e dai provvedimenti comunali ai fini delle imposte e tasse e dei tributi locali, che prevedono onerosi versamenti per lo smaltimento dei rifiuti speciali e l'occupazione del suolo pubblico. Per non dire dei diritti relativi alla diffusione di musica da corrispondere a SIAE e società di collecting.
Tutto ciò, va immediatamente evidenziato, non riguarda l'attività di un Home restaurant, che non conosce limiti all'accesso, non deve formalmente rispettare norme in tema di requisiti professionali, di dotazioni strutturali, né la disciplina in materia di alimenti, non è assoggettata ai controlli degli Ispettorati del lavoro, non versa contributi previdenziali per il lavoro autonomo né per i dipendenti, diffonde musica d'ambiente senza versare diritti ad alcun Ente.
E' chiaro come i mercati e le imprese sottoposte a un eccesso di carico regolatorio, quando un numero non esiguo di operatori riesce a eludere tali regole, finiscano per subire effetti avversi.
Nel caso che ci occupa, quello che per qualche tempo era un mero fenomeno di costume si è presto trasformato in un business, poiché gli incontri gastronomici non si realizzano con il semplice strumento dell'invito a cena privato e/o del passaparola, ma sono organizzati mediante la rete internet e l'intervento di soggetti terzi che intermediano la prestazione, su veri e propri siti dedicati.
Tecnicamente, gli host (padroni di casa) si iscrivono al sito e propongono la data, un menù e un prezzo. Gli ospiti (guest) attratti dalla proposta, inviano una richiesta di partecipazione alla serata, e pagano la cifra stabilita dal proprietario di casa direttamente sul sito, che applica al prezzo una commissione a carico degli ospiti e invia l'incasso all'host.
Finora tutto ciò si è svolto fuori da ogni regola di diritto, in un ambito totalmente libero da un punto di vista amministrativo e fiscale, ma è ovvio che, quanto più un'occasione di puro intrattenimento assume i contorni di una vera e propria attività economica, tanto più necessita di una disciplina.
Per tali motivi, il Ministero dello sviluppo economico, rispondendo al quesito posto da una Camera di commercio, che chiedeva informazioni inerenti l'apertura e la gestione di un'attività che si caratterizza per la preparazione di pranzi e cene presso un domicilio privato in giorni dedicati e per poche persone, trattate come ospiti personali ma paganti, ha emesso una Risoluzione (n. 50481, del 10 aprile 2015) che attualmente offre l'unica possibile chiave di lettura del fenomeno Home restaurant dal punto di vista del trattamento giuridico.
Il MISE ricorda anzitutto che la legge 25 agosto 1991, n. 287, sulla disciplina della somministrazione di alimenti e bevande, così come modificata dal D. Lgs. 26 marzo 2010, n. 59, distingue tra attività esercitate nei confronti del pubblico indistinto e attività riservate a particolari soggetti. Detta legge, all'art. 1, dispone in particolare che "per somministrazione si intende la vendita per il consumo sul posto" che si esplicita in "... tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti nei locali dell'esercizio o in una superficie aperta al pubblico, all'uopo attrezzati".
Ad avviso del Ministero, l'attività in discorso, anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non può che essere classificata come un'attività di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto, sebbene i locali in cui i prodotti vengono preparati e serviti siano privati, sono comunque locali attrezzati aperti alla clientela.
Non si può infatti parlare che di clientela, dal momento che la fornitura delle prestazioni comporta il pagamento di un corrispettivo e, quindi, "anche con l'innovativa modalità, l'attività in discorso si esplica quale attività economica in senso proprio"; di conseguenza, essa "non può considerarsi un'attività libera e pertanto non assoggettabile ad alcuna previsione normativa tra quelle applicabili ai soggetti che esercitano un'attività di somministrazione di alimenti e bevande".
Pertanto, a parere del MISE, considerata la modalità con la quale i soggetti interessati intendono esercitare, devono applicarsi le disposizioni di cui all'art. 64, comma 7, del D. Lgs. n. 59/2010.
Ciò significa che, previo possesso dei requisiti soggettivi di cui all'art. 71 del D. Lgs. n. 59, detti soggetti sono tenuti a presentare la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) o a richiedere l'autorizzazione, ove trattasi di attività svolte in zone tutelate.
In definitiva, in linea con quanto affermato dal Ministero, per avviare un'attività di Home restaurant gli interessati dovrebbero:
- presentare i requisiti di onorabilità per l'esercizio di un'attività di somministrazione di alimenti e bevande;
- acquisire i requisiti professionali per la somministrazione di alimenti e bevande;
- presentare una SCIA o, per le zone tutelate soggette a programmazione, una richiesta di autorizzazione.
Non solo, trattandosi di attività a tutti gli effetti disciplinata dalle norme in materia di somministrazione di alimenti e bevande, l'interessato dovrebbe anche rispettare la normativa urbanistico edilizia e quella igienico-sanitaria.
E ciò porta con sé anche che, fino ad un'eventuale diversa disciplina, l'attività andrebbe considerata attività d'impresa, con l'obbligo di iscrizione al Registro delle imprese e gli adempimenti di tipo fiscale e contributivo.
In mancanza, l'attività esercitata dovrebbe essere considerata abusiva, con l'applicazione delle consequenziali sanzioni.
Nella pedissequa applicazione di tale interpretazione, ovviamente, l'esercizio di un Home restaurant quale attività che sfugge alle norme di settore della somministrazione di alimenti e bevande sarebbe impossibile: ma la conseguenza è inevitabile, se chi intende svolgere l'attività in questione lo fa con caratteristiche che travalicano l'aspetto dell'occasionalità, realizzando piuttosto un business in diretta - e sleale - concorrenza con le imprese che tale attività svolgono professionalmente e nel rispetto di regole (come si è visto) stringenti e onerose.
Pertanto è necessario, a nostro avviso, che il legislatore intervenga, fissando i limiti oltre i quali un fenomeno di costume diventa attività d'impresa ed, in tal caso, prevedendo le regole che mettano sul piano di parità operatori professionali e soggetti che vogliono ritagliarsi un ruolo nuovo nel panorama della ristorazione ma che, se ciò intendono fare, devono farlo garantendo la sicurezza e la salute dei consumatori, competendo lealmente con chi organizza la propria attività secondo precisi dettami normativi, versando all'erario la propria parte di contribuzione, secondo canoni di proporzionalità, come vuole la Costituzione.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Parma)

Martedì, 26 Gennaio 2016 10:48

Fondazione Cariparma: al via i Bandi 2016

Fondazione Cariparma apre la raccolta delle richieste di contributo per l'anno 2016. Dal 1° febbraio al 15 marzo sarà infatti possibile inviare proposte progettuali riferite ai seguenti settori di intervento: "Volontariato, Filantropia e Beneficenza", "Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa", "Arte, attività e beni culturali" e "Educazione, istruzione e formazione".

Questi i Bandi specifici:

"VOLONTARIATO, FILANTROPIA E BENEFICENZA": iniziative volte al contrasto e al superamento delle condizioni di disagio, acuite dalla crisi economica, vissute da diverse fasce della popolazione; (il budget a disposizione ammonta a Euro 3.500.000).

"SALUTE PUBBLICA, MEDICINA PREVENTIVA E RIABILITATIVA": progetti volti a qualificare, diversificare ed integrare il sistema dei servizi sanitari, tenendo in particolare considerazione la capacità dei progetti di favorire maggiore efficienza, efficacia e qualità del servizio sanitario oltre che la fornitura di servizi innovativi non adeguatamente disponibili; (il budget a disposizione ammonta a Euro 1.000.000).

"RETI D'ARTE": prevede sia progetti per la realizzazione di manifestazioni culturali promossi da reti di enti ed organizzazioni del territorio sia progetti rivolti alla valorizzazione di gruppi di beni culturali, legati da un percorso storico, filologico o turistico coerente; (il budget a disposizione ammonta a Euro 500.000).

"INFRASTRUTTURE SCOLASTICHE": iniziative di riqualificazione degli edifici scolastici con particolare attenzione alla riqualificazione energetica; (il budget a disposizione ammonta a Euro 750.000).

Inoltre dal 16 marzo al 16 aprile 2016 sarà aperto il Bando "Innovazione Didattica", finalizzato ad iniziative rivolte alla promozione del successo scolastico ed al miglioramento del sistema educativo provinciale; tale bando è riservato esclusivamente agli Istituti Scolastici pubblici o paritari organizzati in rete, con sede nella provincia di Parma; (il budget a disposizione ammonta a Euro 750.000).

Si evidenzia che Fondazione Cariparma sosterrà progetti o iniziative il cui oggetto o i cui effetti ricadano nella provincia di Parma.

È importante sottolineare che la modalità di raccolta delle richieste di contributo avverrà esclusivamente per via telematica collegandosi al sito internet della Fondazione Cariparma ( www.fondazionecrp.it ), sezione in home page "Come richiedere un contributo"; sul sito sono già comunque presenti e consultabili tutte le informazioni riguardanti la procedura di richiesta contributo, unitamente al "Disciplinare per l'accesso agli interventi erogativi 2016"; si consiglia un'attenta lettura del suddetto "Disciplinare", nonché del documento, parimenti consultabile sul sito, "Metodi e obiettivi per l'efficace compilazione delle richieste di contributo 2016".

Si ricorda inoltre che è prevista l'apertura di una Sessione Erogativa Generale finalizzata alla raccolta di richieste di contributo di piccolo importo (massimo importo richiedibile ed erogabile Euro 10.000) riferite ad aree tematiche non rientranti in alcun Bando specifico; tali domande devono essere presentate sempre attraverso la modalità on line dal sito della Fondazione (date di apertura per l'anno 2016: prima sessione 1° febbraio -30 aprile e seconda sessione 1° maggio – 31 ottobre).

Gli Uffici della Fondazione sono a disposizione del pubblico per qualsiasi informazione o chiarimento, telefonicamente o previo appuntamento, nei giorni:

lunedì e mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 16.30
martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00

(Fonte: ufficio stampa Fondazione Cariparma)